Genova. In piazza ci saranno migliaia di persone, e molte di loro arriveranno da Genova dove – tra centri sociali e associazioni – ha preso forma la manifestazione “Ventimiglia Città Aperta”. Organizzata dai no borders del Progetto20k e che il 14 luglio si svolgerà al confine tra Italia e Francia, luogo simbolo del dramma della migrazione e delle fallimentari politiche italiane e internazionali in materia.
Alla manifestazione, che ha ricevuto centinaia di adesioni da parte di associazioni, centri sociali e partiti politici, (tra le altre quelle di Cecilia Strada, Chef Rubio, Moni Ovadia, di docenti della Bocconi e di altri atenei, di Rete a Sinistra e Diem25, ma anche e soprattutto di realtà come lo Ya Basta, Casaloca, la Talpa e l’orologio, oltre ai genovesi di Aut Aut, Buridda, Zapata, Non Una di Meno), si è già opposta la Regione Liguria.
Giovanni Toti ha definito #14L – questo l’hashtag scelto per la manifestazione – “una provocazione che costituirebbe un ulteriore disagio per una città che già ha pagato sulla propria pelle un prezzo altissimo per le problematiche legate all’immigrazione”. L’ultima parola spetterà, comunque alla prefettura, che dovrà tenere conto – forse – del fatto che il 14 luglio in Francia equivale alla festa nazionale e quindi molti cittadini francesi potrebbero trascorrere a Ventimiglia e dintorni una giornata da turisti. Anche l’associazione nazionale dei Comuni italiani ha detto no alla manifestazione.
A tratti surreale il fatto che la libertà di movimento “turistica” venga messa, dalla politica istituzionale, sullo stesso piano della libertà di movimento che, in nome della dichiarazione dei diritti dell’uomo, dovrebbe essere garantita a tutti quei migranti che cercano di fuggire da paesi inospitali, poveri o pericolosi alla ricerca, letteralmente, di lidi migliori.
Il 23 giugno scorso al centro sociale Buridda di Genova si è svolta l’assemblea organizzativa internazionale che ha posto le basi per il corteo del 14 luglio. Tra i motivi della manifestazione anche “la necessità di un permesso di soggiorno europeo, il diritto alla mobilità e per ripensare l’attuale sistema della cosiddetta accoglienza – si legge in un comunicato – Una mobilitazione contro la tratta e le violenze di genere, contro lo sfruttamento delle persone migranti, per la loro libertà e autodeterminazione”.
Il Progetto20k da oltre due anni svolge sul territorio di Ventimiglia attività di solidarietà e supporto concreto a tutte le persone che restano bloccate al confine, oltre a generi di prima necessità, fornisce anche un’assistenza di tipo legale e un monitoraggio contro eventuali abusi.
(la foto è tratta dalla pagina facebook di Progetto20k)