Genova. “Ma chi avete come direttore marketing? Rocco Siffredi?”. E’ uno dei commenti, firmato da un tifoso sampdoriano, lasciati su Facebook sotto l’immagine in anteprima della nuova campagna abbonamenti della Samp ovvero uno spermatozoo blucherchiato che sovrasta la scritta “dal primo istante”.
A parte che lavorando da decenni a stretto contatto con moltissime donne Rocco Siffredi capirebbe “dal primo istante” che questo spot è vagamente sessista, ci chiediamo cosa accadrebbe in caso di ovulo “rossoblù”. Perché sin dalle scuole elementari ci insegnano che un figlio si fa in due, no?
Scherzi a parte, la campagna abbonamenti della Sampdoria è destinata a fare discutere. Per più di un motivo. Intanto perché esce proprio nel giorno in cui la procura federale della Figc ha deciso l’inibizione per 15 giorni per il presidente Massimo Ferrero e una multa alla società da 5000 euro. Il motivo? La frase decisamente poco elegante e poco rispettosa dell’altra metà del cielo (altra espressione abbastanza odiosa, tant’è) proferita dal Viperetta alla fine del derby contro il Genoa del 7 aprile scorso, dopo il pareggio, “La porta è come una donna, va penetrata”.
La procura ha definito le sue parole, che erano riferite ai calciatori della Sampdoria, “una dichiarazione offensiva e denigratoria del movimento calcistico (e non solo) femminile”. Contro quelle parole si erano scagliate associazioni e comitati, a prescindere dal tifo calcistico. Anche molte supporter blucerchiate si erano sentite colpite.
L’altro motivo per cui, oggi, alcune tifose sampdoriane non guardano di buon occhio quel “girino” con i colori del cuore è che nel prospetto degli abbonamenti non sono stati introdotti sconti “rosa” per la gradinata Sud. Peraltro, a proposito di prezzi , si registra un aumento generale: il prezzo pieno per un abbonamento nei Distinti passa, per esempio, dai 300 euro dello scorso anno ai 350 di questa stagione.
Non ultimo, c’è chi si domanda se, a Corte Lambruschini quello del sesso non sia un chiodo fisso, visto che lo scorso anno il claim della campagna abbonamenti era “venire è un’altra cosa” (che però poteva funzionare anche per le donne, almeno).
Tra i commenti, c’è chi difende la scelta e invita tutti a farsi una risata, c’è chi parla di “cattivo gusto”, chi si limita a un “speravo fosse un fake” e c’è chi – superando il virtuosismo da copywriter dei pubblicitari dell’U.C. Sampdoria – si chiede se, alla fine del campionato, ci sarà o meno un happy ending.