Genova. Punirne uno per educarne cento. Anche se la frase di Mao sembra fuori luogo per una giunta di centrodestra, rende comunque bene per spiegare la linea dura decisa da Tursi nei confronti di chi parcheggia in sosta vietata nelle zone più critiche della città. Una decisione che era già nell’aria da tempo ma che è diventata di strettissima attualità dopo che un’ambulanza è rimasta bloccata a causa delle auto in sosta vietata na persona ha perso la vita.
“Stiamo facendo un censimento che viene curato dalla polizia municipale e dal personale degli uffici della mobilità – spiega il vice sindaco, Stefano Ballear che ha la delega alla mobilità – per capire le varie problematiche. Si tratta di situazioni differenti, a seconda delle zone, ma quello che vogliamo che sia chiaro è che il parcheggio irregolare, che impedisca il passaggio di mezzi di soccorso, ma anche delle auto, non deve essere più tollerato”.
Per adesso, comunque, sono state indivuaduare almeno una settantina di zone critiche, quasi duecento strade in totale, sparse su tutto il territorio genovese, per le quali saranno necessarie misure adeguate, caso per caso. “Qualcuno ha suggerito di mettere i dissuasori – spiega Balleari – e, in alcuni casi , possono essere utili. In altre situazioni, invece, penso che possano creare dei problemi perché se un auto oggi parcheggia male, sul marciapiede, con la presenza dei dissuasori potrebbe posteggiare in maniera anche peggiore”.
Il problema, comunque, non si risolve solo con queste misure ma serve una maggiore educazione che, a mali estremi, si risolve con estremi rimedi, ovvero le sanzioni. “Portroppo, in diversi casi, notiamo una certa maleducazione – spiega il vice sindaco – e allora serve la certezza della pena. Sanzioni pesanti, ma anche decurtazione dei punti sulla patente o, forse, anche l’uso di ganasce”.
Il sistema sanzionatorio, infatti, ha già dato buoni risultati in alcuni casi, come i limiti di velocità sulla sopravoelevata. “Da quando è stato messo il tutor sulla sopraelevata – conclude – le velocità vengono rispettate perché gli automobilisti sanno che, se non rispettano i limiti dei 60 km/h vengono sanzionati automaticamente. E gli incidenti gravi sono calati in maniera esponenziale”.