Genova. Archiviato lo psicodramma e lo shock del momento la domanda è: “Chi sarà il nuovo, o la nuova, assessore alla Cultura del Comune di Genova”? Il sindaco Marco Bucci, pur dispiaciuto e umanamente toccato dall’addio della giovane Elisa Serafini, addio legato a motivi che forse non saranno chiarite mai del tutto chiariti, ha anche affermato che quello della sua sostituzione non è un problema. “Ho una rosa già pronta, anche il Comune ha il suo succession plan, come le grandi aziende che si premurano di avere dei nomi alternativi per ogni componente dei board in caso, per esempio, di incidenti aerei”, ha affermato.
Esclude che il caso Serafini sia paragonabile – sul piano politico e del governo della città – a un disastro aereo, ma Bucci potrebbe avere qualche grattacapo in più, peraltro proprio alla vigilia di quella che avrebbe dovuto essere la sua seconda e ultima settimana di vacanza.
Difficilmente, ha detto, il nome arriverà entro lunedì. Nel frattempo si aprono diversi scenari per l’inevitabile “totonomi” di candidati a occupare la poltrona vacante (o le poltrone, nel caso le deleghe venissero riassegnate non in un unico pacchetto).
La prima ipotesi è quella che vede in ballo Barbara Grosso, il cui nome era già circolato in passato per la giunta genovese quando, in un valzer di poltrone, si parlava di Elisa Serafini al posto di Ilaria Cavo, assessore alla Cultura in Regione, e fino alla primavera data per candidata alle elezioni politiche. Barbara Grosso, professionista con competenze nel marketing, che era nelle fila della lista civica di Bucci come la stessa Serafini non era entrata in consiglio comunale ma a settembre era stata nominata dal sindaco nel consiglio di indirizzo della Fondazione Fulgis.
Altra strada, quella tortuosa per cui le deleghe di Elisa Serafini andrebbero al vicesindaco di Genova Stefano Balleari (Fratelli D’Italia) che verrebbero invece “liberato” da quella pesantissima ai Trasporti, in particolare dopo i qui pro quo degli ultimi giorni sul caso Amt. Al posto di Balleari, per rispettare le “quote rosa” in giunta potrebbe arrivare Claudia Burlando, docente di Economia della mobilità urbana all’Università di Genova, già assistente in ateneo di Enrico Musso con il quale ha lavorato anche per la redazione del Pums, il piano della mobilità sostenibile del Comune di Genova.
La terza, suggestiva, via è quella che vedrebbe partire per palazzo Tursi un volto noto di piazza De Ferrari ovvero Jessica Nicolini, la capoufficio stampa della Regione, di fatto portavoce Giovanni Toti. Suggestiva perché per una ”fedelissima” di Toti, a Tursi, ne arriverebbe un’altra. Lo scambio permetterebbe di rispettare non solo le quote rosa, ma anche le quote “young”. Resta da capire chi potrebbe svolgere il delicatissimo e impegnativo compito attualmente svolto da Nicolini, insieme a Francesca Licata, che fa parte dello staff del presidente. Lei, Nicolini, sembra comunque molto contenta di “stare dove sta”. Tenendo conto che in passato c’era stato anche chi l’aveva indicata come potenziale candidata sindaco del centrodestra a Genova.
Interni al consiglio comunale, invece, altri due nomi che sotto forma più di azzardi che di rumor hanno attraversato sale e buvette: Guido Grillo, il decano del consiglio, Forza Italia, presidente della commissione Bilancio, e Marta Brusoni, lista civica Bucci, presidente della commissione Territorio.
A livello di boutade anche l’ipotesi Manuela Arata, l’ex presidente del Festival della Scienza, ex iscritta al Pd e attuale “saggia” della giunta Bucci, sarebbe stata – secondo alcune indiscrezioni di stampa – alla base della lite tra il sindaco ed Elisa Serafini per via della creazione di un futuro “museo del Jeans”. Bucci ha però smentito queste voci.