Genova. Dopo la denuncia dei giorni scorsi di Confesercenti, arriva anche da Ascom Confcommercio l’allarme per eventuali prossime aperture in città di grandi centri commerciali.
“Non riusciamo davvero a comprendere come possa essere possibile pensare all’inserimento in città di ulteriori grandi superfici di vendita rispetto a quelle già esistenti – dichiara Paolo Odone, presidente dell’associazione – situazioni che hanno già superato i limiti della saturazione generando effetti fortemente negativi sul tessuto commerciale di vicinato”.
La domanda alla base di questo allarme è molto semplice: ma a quale idea di città si sta pensando? A quale idea di centri storici, di quartieri e di socialità? “Non possiamo in alcun modo immaginare la nostra città invasa dalla GDO che crea delle polarizzazione commerciali avulse dal territorio e fini a sè stesse – risponde Odone – Non possiamo immaginare i nostri splendidi quartieri diventare deserti ed abbandonati, colpiti dal degrado. Siamo fortemente contrari al modello di una “città” costellata di mall. Pensiamo che il commercio sia un fattore estremamente importante in una città vissuta, in quartieri ricchi di vitalità. Non vogliamo che la nostra città diventi un grande NON-luogo privo di identità, relazione e storia”.
E poi arriva l’appello al sindaco di Genova Marco Bucci: “Abbiamo avuto modo di dire più volte al Sindaco quanto fosse necessaria un’inversione di rotta rispetto al recente passato e un chiaro segnale di svolta a favore del commercio di vicinato. A partire dalle richieste in fase elettorale e anche nella giornata dedicata agli Stati Generali che come Ascom abbiamo già realizzato”.
“Se si lavora a delibere per la tutela del centro storico ma dall’altra parte non si dichiara e non si concretizza una posizione chiara nei confronti della GDO allora si rischia di fare tutto e il contrario di tutto – sottolinea Agostino Gazzo, Presidente della Consulta dei CIV Ascom Confcommercio – Come Ascom nell’ultimo anno abbiamo costituito 10 nuovi CIV. Per noi la direzione da seguire è questa: non quella di pochi amministratori delegati che aprono sul territorio e poi da un momento all’altro se ne vanno senza lasciare niente, ma il commercio fatto da tanti volti, tante teste che si vogliono unire per essere protagonisti della propria città e decidere insieme la propria storia ed il proprio futuro. A volere rappresentare tutte le richieste si finisce per non rappresentare niente. Bisogna scegliere.”