Genova. “Your Majesty, I regret to inform you that from my books looks like you didn’t pay for the last 247 years”. Il sindaco di Genova Marco Bucci, scherzando a margine della conferenza stampa sul primo anno di governo a palazzo Tursi, sfoggia l’inglese imparato lavorando negli Stati Uniti per rivolgersi alla Regina d’Inghilterra.
Il motivo? Portare avanti “la più grande operazione di marketing che Genova potrebbe fare”, ovvero: “Chiedere alla Regina gli arretrati dell’affitto di 280 anni della croce di San Giorgio”, dice indicando la piccola spilla a forma di bandiera che porta sul risvolto della giacca.
La croce rossa in campo bianco, vessillo della città di Genova, è da secoli al centro di una vicenda controversa con il Regno Unito che la vede inclusa all’interno della Union Jack. Utilizzata dai crociati, e poi dalla Repubblica marinara di Genova, la più potente per molti secoli, rappresentava una sorta di difesa automatica: le navi nemiche se la vedevano evitavano il conflitto.
Nel medioevo Londra e l’Inghilterra chiesero e ottennero la possibilità di utilizzo della bandiera crociata per la loro flotta in cambio di un tributo annuale al Doge della Repubblica di Genova. Dopo secoli, venuta meno la figura del Doge, quello che era un affitto diventò, di fatto, un regalo.