Genova. Un grido d’allarme e un appello pubblico al governo e alle istituzioni affinché si occupino della difficile situazione in cui versa Ansaldo Energia di fronte a “un futuro – scrive l’rsu in una nota – sempre più incerto e preoccupante”.
I nodi secondo quanto emerso da un recente incontro tra i vertici dell’azienda e i sindacati riguardano “tensioni geopolitiche internazionali, conflitti, dazi commerciali, ristrutturazione del settore rischiano di mettere in discussione la presenza, così come la conosciamo oggi, della più grande azienda metalmeccanica genovese, Ansaldo Energia, e con essa migliaia di posti di lavoro”. “Duemilaquattrocento posti per l’esattezza – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – e se finora ce la siamo cavata con due giorni di contratti di solidarietà a settembre potrebbe non essere più così. Il rischio è troppo grosso e la politica non può stare con le mani in mano”.
“Al Governo, nostro primo azionista attraverso la cdp, chiediamo con forza di sostenere in modo fattivo e concreto la nostra realtà industriale, oggi impegnata nella ricerca di commesse nel sempre più difficile mercato mondiale – scrivono i rappresentanti dei lavoratori dopo le assemblee in fabbrica dei giorni scorsi – alla Regione e al Comune chiediamo di continuare a farsi sentire, oggi più di ieri, a Roma, e di alzare la voce con più forza sulla nostra situazione in nome degli interessi dell’intera città che rappresentano”.
“Infine alla politica chiediamo di non girarsi dall’altra parte, di battere un colpo – dicono – di interessarsi a quella che potrà diventare, nei prossimi mesi, la vertenza Ansaldo Energia, e lasciare perdere, almeno per un momento, la perenne propaganda elettorale.
Esortiamo quindi tutti a schierarsi al nostro fianco, per difendere con energia e determinazione quella che non è solo la più grande industria metalmeccanica del territorio, ma con la sua storia, le sue radici profonde, rappresenta un patrimonio ed un simbolo dell’intera città di Genova. Non ce la lasceremo portare via senza combattere e lottare”.