Genova. Ricuciti gli attriti in giunta e dopo 12 ore ad alta tensione per la squadra di governo del sindaco Bucci, la delibera “etnica” sul commercio – così soprannominata dagli stessi sostenitori leghisti del provvedimento – è stata modificata, ripresentata nel corso di una giunta straordinaria e, questa volta, promossa.
Il centro storico più grande d’Europa, patrimonio Unesco con i palazzi dei Rolli, vieterà l’apertura di negozi come kebab, call center, money transfer, internet point e tutte quelle attività che non saranno considerate decorose, in nome di un’intesa tra Comune, Regione e Camera di Commercio e di una delibera comunale approvata oggi in seduta straordinaria.
Il provvedimento sul commercio “etnico”, quale di fatto è, nato da un’idea dall’assessore leghista al Commercio Paola Bordilli, sarà applicato in una zona rossa che comprende le vie e piazze più turistiche del centro città. All’interno di questo perimetro sarà vietato lo svolgimento di alcune attività tra cui anche phone center e sexy shop, ma anche le attività alimentari, artigianali e non che prevedono l’utilizzo nella preparazione di alimenti precotti e le attività di macelleria e polleria che vendono prodotti non di origine italiana. Ci sarà inoltre una zona di ulteriore pregio dove le nuove attività potranno essere aperte solo in procedimento autorizzativo da parte dell’amministrazione, per controllare maggiormente la qualità dell’offerta commerciale.
Genova, dopo Firenze, è la prima città in Italia a mettere in campo un simile provvedimento. “E siamo orgogliosamente il primo Comune in Liguria” dice Bordilli, che nella riunione di giunta di ieri aveva visto bocciare la delibera. Alcuni assessori avevano avanzato dubbi sulla compatibilità tra il contenuto del provvedimento e le normative nazionali ed europee sulla concorrenza.
“Sono soddisfatto – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – che il documento, anche dopo aver recepito alcune condivisibili limature, rispetti lo spirito con cui è stato concepito”. Ad esempio, sono state eliminate le limitazioni a ristornati e locali che vendessero cibo surgelato.
All’elaborazione dell’intesa ha partecipato anche la sovrintendenza alle Belle Arti. “Abbiamo verificato e corretto sia la planimetria si l’articolato – sottolinea il sovrintendente Vincenzo Tinè –confidiamo in una futura integrazione con misure che riguardino i mercatini delle piazze storiche e i dehor esterni”. “Questo significa una grande attenzione alle piccole imprese del commercio e dell’artigianato che operano nel nostro centro storico”, sostiene il presidente della Camera di Commercio di Genova Paolo Odone.