Genova. Nel giorno del giuramento del nuovo governo, ritorna caldo sul tavolo il tema Ilva. Se il ministro deputato a trattare la delicata vertenza sarà il grillino Luigi Di Maio, che ha voluto per sé tanto il ministero del Lavoro quanto quello della Sviluppo economico, un’accelerazione sarebbe arrivata in queste settimane da parte di Am Investco che vorrebbe subentrare nella gestione degli stabilimenti già dal primo luglio in base a quanto prevedeva l’accorso fatto con il Governo Gentiloni e il ministro Carlo Calenda.
Secondo quanto trapela il gigante dell’acciaia sarebbe pronto a procedere anche senza l’accordo con i sindacati dopo che anche la trattativa a due tra Mittal e i segretari nazionali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm e Usb si è incagliata sui numeri e sui tagli alla parte variabile di salario.
Al momento si tratta di voci non confermate – riportate fra l’altro questa mattina dal Secolo XIX – a cui però la Fiom genovese risponde senza mezzi termini: “Non devono provarci perché resisteremo – tuona il segretario Bruno Manganaro – per entrare senza accordo dovranno chiedere al nuovo governo ed in particolare ai vicepresidenti del consiglio di attivare il ministero degli interni e della difesa e schierare l’esercito”.
“Mittal ha sicuramente un impegno strappato furbescamente al precedente governo – ricorda Manganaro – che si è dimostrato supino e servile nei confronti della multinazionale, ma il sindacato è un’altra cosa e rivendichiamo il rispetto dei lavoratori e delle leggi che li tutelano”. Per la Fiom di Genova “il passaggio ad altra azienda avviene in continuità di tutti i lavoratori mantenendo lo stesso reddito e diritti e l’accordo di programma per Genova va integralmente rispettato”.