Genova. Una capienza di 500 persone, una realtà di 720 detenuti. Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria denuncia l’emergenza al carcere di Marassi: “Un sovraffollamento non solo nei numeri, ma penalizzato dalla presenza di circa l’80% di stranieri, praticamente ingestibili in determinati momenti”.
Pagani elogia “lo straordinario impegno della Polizia Penitenziaria, così come riconosciuto dallo stesso direttore del carcere”, che garantisce “dignità e vivibilità e ha impedito una deriva degradata e degradante di una struttura che appalesa tutti i segni del trentennio di attività”.
La Uilpa denuncia la mancanza di spazi nelle celle, inoltre a breve l’istituto non potrà più ricevere gli arrestati perché tutti i reparti sono saturi.
A preoccupare la Uil sono anche aspetti meramente operativi :”tutto questo nell’ipocrita e offensivo silenzio di quanti sono pronti a stracciarsi le vesti (per pochi secondi) nelle passerelle mediatiche e poi concorrono, di fatto, ad aggravare con legislazione sclerotica le condizioni di vita e di lavoro nelle carceri. Parimenti i saloni del ministero e del Dap non fanno altro, ben distanti dalle frontiere e dalle prime linee, che teorizzare e progettare utopiche soluzioni impraticabili che producono effetti devastanti. Una per tutte: l’apertura delle celle per tante ore al giorno non solo non ha impedito il calare dei suicidi, ma ha determinato l’esponenziale numero di aggressioni e di feriti”.
Pagani è duro: “Noi crediamo che l’Agente in sezione è lo Stato e rappresenta lo Stato. Possiamo affermare quindi che lo Stato nelle galere è preso a calci, pugni e schiaffi. Oggetto di sputi e getti di sangue infetto. Solo, abbandonato e ignorato. Nonostante questo i baschi blu continuano a salvare vite e a subire umiliazioni. Questa è la verità. La tragica, nuda e cruda verità”.