Serie a2

Rari Nantes Sori, un successo che vale la salvezza fotogallery risultati

Termina in maniera positiva la stagione dei granata

RN Camogli vs RN Sori

Sori. Era il 14 giugno di un anno fa quando quel rigore decise le sorti positive di una stagione fantastica. Quell’ultimo tiro dai cinque metri al termine di una gara infinita e densa di contenuti ed emozioni.

A nemmeno un anno di distanza il gol decisivo, sarà destino, è sempre del numero 7, il capitano Mimmo Digiesi.

Un 26 maggio che è di nuovo storia, una bellissima pagina scritta dalla Rari Nantes Sori, che per il secondo anno consecutivo riesce a mantenere la categoria.

Il Boschetto di Camogli si tinge di granata, i tifosi ad esultare, lacrime di gioia, giocatori in festa. È un altro miracolo, contro il pronostico di tutti, di chi dava i soresi per spacciati, per l’ennesima volta ad inizio anno, o per chi, non sapendo guardare nel proprio orticello, ha parlato di risultato sospetto.

La vittoria nella vasca del Camogli, che ha giocato la sua partita, magari non come se fosse una finale di Champions, ma onorando il campionato, è lo specchio di una stagione. Qualche momento altalenante, picchi di bella pallanuoto, attimi di sconforto per un gol subito, cali di tensione, ma nello stesso tempo la voglia e il carattere per rimediare e fare l’impresa.

Si è visto il cuore granata in una partita che sul risultato di 7 a 4 sembrava persa, come altre in cui il Sori, una volta sotto, non si era riuscito a rialzare completamente. Rezzano con una doppietta, Imnaishvili e dulcis in fundo Digiesi, con una rovesciata da posizione defilata, quasi un gesto di altri tempi, regalano invece i 3 punti, i più belli della stagione, con merito e contro un avversario che non si è scansato, anzi.

Sono 19 quelli conquistati, tre in più dell’anno scorso, a coronamento di un altro percorso di passione e adrenalina, dove il primo merito è quello dell’allenatore, Franco Cipollina, una grande persona che ha saputo tenere amalgamato un gruppo, con qualche risata e il giusto modo di fare con un gruppo di giovani.

Lui è stato il vero collante di una squadra che, dopo un girone di andata favoloso, con tutti i problemi del caso, un solo centroboa per metà stagione, stava vedendo sfumare, per sua colpa, una salvezza diretta. Troppi punti lasciati, quelli con Arenzano e Chiavari su tutti, ma la forza di reagire e raggiungere l’impresa.

Questa è una squadra, quella che non si è mai disunita, che nonostante tutto ha lottato, ma che non ha mai pensato di chiedere favori agli altri ma ha sempre guardato al proprio orticello, sapendo dove erano stati fatti gli errori e cercando di colmarli pur conscia dei propri limiti.

È una squadra quella che a Camogli applaude l’allenatore avversario alla sua ultima partita con i bianconeri, è una squadra quella che, quando il proprio portiere aveva dato segni di cedimento durante l’anno ha saputo dimostrare quanto tenesse a lui, è una squadra quella che lotta fino all’ultimo secondo dell’ultima partita, che festeggia sapendo di aver bissato un grande risultato.

È una squadra ed è un gruppo quello che ha tenuto alti i colori e fatto felice anche un sorese doc, che dall’alto ci ha pensati e tifato fino alla fine. Ebbene sì, suo nipote, nato e cresciuto a Sori, amante di questi colori, non glielo avrà potuto raccontare, ma sicuramente gli avrà dato una grande gioia. È la vittoria di tutti, in un campionato sempre più affascinante, dove alla fine i verdetti sono stati quelli giusti perché la vasca non mente mai.

La lealtà, la genuinità dello sport, dove il Camogli ha giocato per vincere, la Crocera ha fatto il suo dovere battendo il Chiavari non lasciando spazio a polemiche, ma alla fine non c’è più da parlare, c’è solo da godersi un momento che è stato il giusto premio per la stagione.

Per ultimo, ma non in ordine di importanza l’applauso e il ringraziamento va al pubblico, ai tifosi, che hanno sempre tifato e quest’anno con grande educazione, dimostrando grande attaccamento, e seguendo in tutto e per tutto la loro squadra. Vederli festanti è un’altra soddisfazione enorme.

Ora una citazione per tutti, perché ognuno è stato importante, dal primo all’ultimo.

Pippo Agostini: dottor Jekyll e mister Hyde. A volte lo vedi sereno, a volte urlare di qua e di lá perdendo concentrazione. Giornate in cui è un muro, altre di nervosismo puro che lo rendevano quasi inerme ma, sempre presente, tra alti e bassi (gli stessi della squadra legata a un filo con lui) si è reso protagonista di questa salvezza da numero uno. Quando si dice la pazzia dei portieri.

Dando Elefante: direttore sportivo, a volte tutor, mediatore, addetto stampa, e chi più ne ha più ne metta. Capitan Digiesi lo stuzzica spesso, lui come un soldatino risponde presente. Quinto anno a Sori e ormai un attaccamento assoluto.

Emanuele Rezzano: tre figli, una moglie, il lavoro, ma l’allenamento è una valvola di sfogo per il numero tre, che continua a tirare la carretta. Il sabato per lui è un’ora di libertà e la spensieratezza con cui gioca ne è la dimostrazione. Quello che passa lui durante la settimana lo fa passare agli avversari in quattro tempi di gioco.

Alessandro Megna: fosse nato a Fuorigrotta sarebbe nel Posillipo. Un’affermazione azzardata, ma è forse tra i marcatori, considerando anche l’età (classe 1999), più bravi. Fisicità, leve lunghe, nuoto. Può crescere ancora, ma deve staccare meno la spina.

Ale Viacava: la trottola. Non si ferma mai, anche nel parlare. È un compagnone fuori dall’acqua, un lottatore dentro. Sorese anche lui, ha dato quel qualcosa al Sori, l’imprevedibilità. Furbo, instancabile, dove lo metti lo metti ha saputo dare il suo prezioso contributo. Duttilità allo stato puro.

Fede Stagno: l’estroso, l’artista del gruppo (non a caso è anche cantante). Sempre con il sorriso, ma quando viene impiegato risponde sempre presente. Non sente la pressione, l’età e l’incoscienza gli danno la forza di provare cose che nessuno penserebbe di fare.

Capitan Mimmo Digiesi: da non crederci. L’età avanza ma lui è sempre in acqua con i suoi dodici figli. Scherzi a parte, la spalla lo ha tenuto fermo metà stagione, ma nel momento del bisogno ha sempre fatto la scelta giusta. Suo è stato il rigore decisivo in gara due dei play out, sua la rovesciata della vittoria a Camogli. Destino? Un’altra pagina scritta con i suoi compagni.

Vale Benvenuto: stantuffo, lotta con tutti, prende e dá botte, dialoga in modo acceso con gli arbitri perdendo a volte la testa ma è sempre solo ai due metri a faticare. Giocare come unico centroboa per più di metà stagione, allenarsi spesso con una cintura e una palla medica come compagne di viaggio. Non molla mai e questo è il suo carattere.

Jonny Penco: nuotata compassata e flemma sono il marchio di fabbrica. Si accende e spegne, ma come cecchino è uno su cui l’allenatore può fare affidamento. Un tentativo quello di metterlo al centro ma il suo ruolo è quello di mattatore.

Rezi Imnaishvili: georgiano, difficile l’adattamento non conoscendo la lingua ma data la giovane età si inserisce presto negli automatismi di squadra. Non sarà un bomber (ma i suoi gol importanti li ha comunque fatti) ma la sua visione di gioco e capacità di giocare con la squadra valgono più di ogni cosa. Chiedergli adesso cosa pensa dell’Italia e della Liguria (non vorrebbe più tornare) ma un Europeo lo aspetta.

Edo Frodà: quante urla nelle orecchie, quante strigliate. Una stagione travagliata per il giovane di Guastalla, che nonostante qualche errore ha dato comunque il suo apporto in marcatura. La maschera da bravo ragazzo, quella deve levarsela, perché le potenzialità le ha.

Greg Federici: tra i nuovi volti, ha saputo dare tanto al gruppo, magari con poca possibilità di far vedere le sue qualità in acqua, ma di sicuro alla squadra è servita la sua capacità di adattamento nel gruppo e il modo di legare con tutti dall’inizio alla fine. Chissà cosa avrà pensato alla fine, una vittoria, per la salvezza, in quella che è stata la sua casa per anni.

Ale Benvenuto: di ghiaccio. Gioca una partita intera a Chiavari e chiude la saracinesca, entra a Como a freddo e risponde presente, con Quinto e Bologna, ma anche con Chiavari al ritorno fa il suo. La tranquillità è la sua forza ma bisogna lasciarlo crescere con calma.

Simo D’Urso: una piacevole scoperta. Da dover fare qualche bagno viene integrato nel tredici granata. Picchia, scherza, fa gruppo, anche se nell’ultima parte serve più come apporto morale. Non c’è festa senza di lui, un personaggio vero.

Cipollina: un grande. Se il Sori si è salvato per il secondo anno il merito va a lui, vero regista di questa squadra, un direttore d’orchestra esemplare. Un amico prima che allenatore, capace di scindere le due cose. Sori è la sua casa, la passione che ci ha messo in questi due anni sia da esempio per tutti. Una grande persona.

Non possiamo non citare anche Leonardo Bardella che, venuto da Roma, per motivi lavorativi non ha continuato. La vittoria di Chiavari porta anche il suo nome e la salvezza è da condividere anche con lui. Allo stesso modo sono da citare Jerome Rayner, mancino convocato diverse volte e i vari Francesco Iuorio, Umberto Timossi ed Elia Bianchi, che si sono allenati in gruppo tutto l’anno.

Anche questa stagione è finita nel migliore dei modi, anzi ancora meglio.

leggi anche
RN Camogli vs RN Sori
Pallanuoto
Serie A2: ecco gli accoppiamenti di playoff e playout

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.