Natura

Plastica in mare nel “santuario dei cetacei”, parte la campagna di campionamento di Legambiente

Secondo i dati resi noti dal progetto sono circa il 15% le specie protette che incorrono nei danni causati dai rifiuti marini

Genova. Saranno circa 80 i campionamenti che saranno svolti sia in mare aperto, sia agli imbocchi di alcuni porti e foci di alcuni fiumi nell’area del Santuario Pelagos dei Cetacei (ovvero lo specchi acque tra Liguria, Costa Azzurra e Corsica) per la campagna, “Pelagos plastic free”.

Il progetto di Legambiente in partnership con l’associazione francese Expédition MED, si pone l’obiettivo di prevenire e ridurre i rifiuti di plastica nel Santuario Pelagos. La plastica rappresenta tra l’80 e il 90% dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino e costiero è quella che vediamo galleggiare sulla superficie del mare è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso.

“Nel Santuario dei mammiferi marini – spiega il responsabile Mare di Legambiente Sebastiano Venneri – abbiamo percentuali che raggiungono anche i 10kg per km2, prossime alle famose isole di plastica che sono nel Pacifico. E le cause sono quasi totalmente da ricondurre alla cattiva gestione dei rifiuti a terra, e per questo faremo un lavoro con le amministrazioni locali”.

Secondo i dati resi noti dal progetto, quindi, sono circa il 15% le specie protette che incorrono nei danni causati dai rifiuti marini. “Noi andremo a campionare microplastiche e plastiche nel Santuario dei Cetacei – sottolinea Tosca Ballerini, Coordinatrice del programma scientifico 2018 di Expédition MED – con lo scopo di quantificare la plastica in mare e capire quali sono i microorganismi, batteri, virus e alghe unicellulari, che colonizzano la plastisfera.

Tra questi, infatti, ce ne potrebbero esser alcuni patogeni anche per i cetacei. I microrganismi che vivono sulla plastica sono, infatti, diversi rispetto a quelli liberi nell’acqua e questo può essere pericoloso per i cetacei perché possono moltiplicarsi in maniera superiore rispetto a quelle in acqua libera. E questo vale anche in caso di quelli patogeni”. Nel progetto, finanziato dal Segretariato Pelagos, saranno coinvolte autorità costiere, aree protette, associazioni dei pescatori, università e istituti di ricerca, scuole, turisti, diving e volontari.

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