Genova. “Noi dobbiamo fare un lavoro per la città, questioni del genere dovrebbero passare in secondo piano”. Marco Bucci interviene sull’articolo 55 – documento presentato in consiglio comunale dalla conferenza dei capigruppo – sul tema del manifesto anti-aborto in corso Buenos Aires e in particolare sulla sua decisione di non rimuoverlo come invece chiesto dai partiti di centrosinistra, M5S, sindacati e svariate associazioni tra cui Non una di meno.
Sul manifesto della onlus ProVita si sono espressi, in aula rossa, i consiglieri di minoranza e quelli di maggioranza. Maria Tini (M5S) ha dichiarato che quel manifesto “offende le scelte delle donne e una legge dello stato che ha evitato il dilagare degli aborti clandestini”. “Non critichiamo tanto il contenuto – afferma – ma il tono e l’impatto delle immagini, che hanno l’obbiettivo di criminalizzare le donne che si trovino ad avere l’esigenza di interrompere una gravidanza”.
Gianni Crivello, capogruppo della lista Crivello, sottolinea: “Sarebbe importante, visto che non sembra ci sia l’intenzione di rimuovere il manifesto, se la giunta Bucci si schierasse almeno a favore del mantenimento della rete di consultori”. Si aggancia allo stesso tema Cristina Lodi, capogruppo del Pd, “Leviamo questo manifesto, e occupiamoci seriamente della maternità”.
Paolo Putti, consigliere di Chiamami Genova, cita il vangelo secondo Luca: “Non giudicate e non sarete giudicati” e si scaglia contro “l’ipocrisia di associazioni che condannano l’uso dei contraccettivi e poi si chiedono come mai avvengano gli aborti”. A favore del manifesto, o quanto meno della scelta di Bucci di non farlo rimuovere, Davide Rossi (Lega): “Non lo trovo divisivo, la donna ha la possibilità di decidere liberamente, piuttosto bisogna coinvolgere mondo della scuola per andare incontro alle ragazze più giovani e prevenire il problema”.
Tra gli interventi anche quello di Alberto Campanella, consigliere di Fratelli d’Italia, che ha raccontato di avere partecipato alla “marcia per la vita” dello scorso 19 maggio a Roma e ha fatto riferimento a una storia familiare di rinuncia all’aborto.
Il sindaco Marco Bucci, oltre a ribadire di non essere interessato ad alcun tipo di censura, ha spiegato che gli uffici dell’avvocatura del Comune si sono occupati di verificare se tecnicamente, l’immagine affissa sul pannello di un’azienda che paga un canone annuale, fosse lesiva del buon gusto e della dignità umana. “Il comitato ha ritenuto il manifesto conforme”, ha dichiarato Bucci.