Genova. Scatterà alle 18 di oggi la protesta sotto il discusso manifesto anti-aborto fatto affiggere dalle associazioni Pro vita in via di Santa Zita. Lo ha organizzato “Non una di meno Genova”, che fa parte dell’omonima rete nazionale nata dall’incontro di diverse realtà e singole femministe dal novembre 2016.
L’hashtag #prochoice per diffondere l’evento viene approfondito dalle motivazioni descritte per promuovere l’iniziativa: “Nel 40° anniversario dell’approvazione della legge 194 – si legge – sui muri delle città appaiono attacchi frontali e violenti alla libertà di scelta delle donne, messaggi misogini e colpevolizzanti, che vogliono diffondere lo stigma verso quelle di noi che fanno la scelta di abortire. Anche a Genova le associazioni Pro-vita si sono accaparrate un enorme muro per lanciare il loro messaggio di odio e oscurantismo. Il loro fine ultimo è più chiaro che mai: mettere in discussione l’autodeterminazione delle donne in materia sessuale e riproduttiva”.
Non una di meno attacca anche il sindaco Marco Bucci: “Non ci si stupisce che difenda quel vergognoso cartellone: dopo la negazione del patrocinio al Pride e la commemorazione dei Repubblichini, oltre che l’annunciato smembramento dei Consultori da parte della Regione, è sempre più evidente che questa non è la città che vogliamo. Per questo non resteremo in silenzio, torneremo a riempire lo spazio pubblico per ribadire che sui nostri corpi e sulle nostre vite decidiamo solo noi. Grazie alle lotte di tante donne, l’aborto in Italia è legale”.
Alla manifestazione indetta da non Una di Meno stanno arrivando parecchie adesioni da parte di associazioni ed esponenti di partiti di centro sinistra.
Intanto il parroco di Santa Zita Massimiliano Moretti ha detto la sua in vista della manifestazione di domani: “Personalmente, concordo con quanto esposto sul cartello – ha scritto sulla sua pagina fb – Non perché ciò che è scritto sia buono o cattivo, ma perché semplicemente è vero! È un dato oggettivo. Se mia mamma mi avesse abortito io oggi non ci sarei!”
Il parroco ha precisato che “la parrocchia resterà aperta e se qualcuno vuole passare a pregare o a scambiare due parole è il benvenuto. Certamente non abbiamo paura dei violenti nel caso qualcuno volesse danneggiare o creare violenza. Nel caso capiremo se è più violento un cartello che dice cose vere o chi vuole toglierlo perché rifiuta la verità”.
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