Vertenza

Ilva, rotta definitivamente la trattativa. Manganaro: “Testo inaccettabile, discuteremo con nuovo governo”

L'incontro a Roma si è concluso con un nulla di fatto

Sciopero Ilva 6 novembre

Genova. Rotta questa volta definitivamente la trattativa tra Governo e organizzazioni sindacali sulla vertenza Ilva.

Questa mattina al Mise il ministro Carlo Calenda ha sottoposto alle associazioni sindacali un nuovo testo che è stato tuttavia rispedito al mittente: “L’obiettivo del governo è stato solo fare un po’ di scena – commenta il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – perché tutto è rimasto come prima. Nel testo è chiarito che i lavoratori assunti da Am Investco saranno 10 mila e Mittal ha confermato che il piano industriale prevede che scendano poi a 8.500. Come regalo il governo propone un po’ di cassa integrazione e qualche incentivo all’esodo, ma che potrebbe essere utilizzato per mille persone non certo per 4 mila”.

Anche su Genova le distanze sono rimaste abissali: “Il governo ci ha detto che occorre ridiscutere l’accordo di programma con gli enti locali, ma nel contempo vengono confermati i 600 esuberi a Cornigliano. Per noi l’accordo si ridiscute a bocce ferme, non con gli esuberi sul tavolo”.

L’incontro quindi è finito con un nulla di fatto: “Il ministro Calenda si è offeso quando gli abbiamo detto che il suo Governo è scaduto – spiega il segretario della Fiom – ma di fatto è così. Questa trattativa ricomincerà con il nuovo esecutivo e se qualcuno vorrà ancora provare a tagliare posti di lavoro e salari vedrà la nostra opposizione e se ci sarà bisogno anche la lotta e gli scioperi”.

“Avevamo sostenuto in tutti questi mesi che l’accordo fattibile era realizzabile a condizione che tutti i lavoratori rientrassero nel perimetro di Mittal -aggiunge il segretario della Uilm Antonio Apa – cosa che quel testo non contiene. Inoltre, le rassicurazioni dateci dal Ministro Calenda su una cassa integrazione di 5 anni e 100 mila euro, come esodo incentivante, sui quali era richiesta la volontarietà dei lavoratori, attraverso una disponibilità di 200 milioni che sostenesse gli ammortizzatori sociali, non sono stati considerati dalla Uilm snodi veri in quanto mancava la quadratura del cerchio sugli organici. A questo punto il nuovo Governo che subentrerà dovrà farsi carico della vicenda Ilva perché non si può rinunciare a un complesso industriale che crea ricchezza per il paese”.

Per il segretario della Fim Cisl Alessandro Vella “pur essendoci nelle linee guida del testo alcune novità, nel rispetto dei contenuti dell’accordo di programma, come il possibile assorbimento di lavoratori dell’Ilva di Genova in Società per Cornigliano e l’ammontare di 200 milioni di euro per l’incentivazione volontaria all’uscita dei lavoratori di tutto il Gruppo, la trattativa si è interrotta con molte incognite sul futuro dell’azienda e dei lavoratori”. La Fim genovese auspica “che i tempi di formazione del nuovo governo, che speriamo siano veloci, non incidano negativamente sulla vertenza, e che il lavoro di questi mesi non sia vanificato. Siamo preoccupati per il destino della siderurgia, dell’Ilva e dei suoi lavoratori, che in particolar modo a Genova hanno pagato abbondantemente in questi anni con la perdita di centinaia di posti di lavoro”.

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