Niente da fare

Ilva, a Roma ancora un nulla di fatto. La Fiom genovese: “Niente lavoratori in società per Cornigliano, Mittal rispetti accordo di programma”

Manganaro: "Se ci saranno esuberi, via le aree"

Ansaldo Ilva cornigliano d dall’alto

Genova. Un incontro durato fino alle due di notte quello che si è tenuto ieri a Roma tra i rappresentanti di Arcelor Mittal e i sindacati, ma che non ha portato a nessun accordo. “Siamo rimasti a 9 mesi fa- commenta oggi il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – Mittal ha ribadito i numeri spiegando che ha un patto con il governo e ha detto ai sindacati nazionali che se vogliono che entrino più lavoratori occorre tagliare il salario”.

L’apertura secondo quanto appreso da fonti sindacali avrebbe riguardato solo un centinaio di lavorati in più: “Forse sono arriva a 10.100: è chiaro che cosi non si può andare avanti. E’ possibile che la prossima settimana faremo una riunione a Roma con i delegati, ma la trattativa è impossibile e in ogni caso la delegazione presente in Italia non ha poteri di trattativa, e non può far altro che alzare il telefono e parlare con il padrone vero”. Nessuna novità positiva neppure sull’accordo di programma: “Mittal dice che per loro gli esuberi vanno nella società per Cornigliano – spiega il segretario genovese della Fiom – ma non è quello l’accordo di programma” ”

“Come ha spiegato ieri l’ex sindaco Pericu – aggiunge Manganaro – firmatario dell’accordo di programma e avvocato, che ha chiarito che quell’accordo è legittimo e chi non lo rispetta può essere sanzionato togliendogli le aree. Non so se Mittal si rende conto del caos che si può aprire a Genova. Vedremo nelle prossime ore quel che succede”.

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