Genova. La Radiodiagnostica dell’Ospedale Giannina Gaslini ha ottenuto un importante riconoscimento a livello europeo: la European Society of Radiology, tramite EuroSafe Imaging, ha infatti conferito il massimo punteggio (cinque stelle) all’Unità Operativa Complessa diretta dal dottor Gian Michele Magnano.
Si tratta di una certificazione volontaria, di durata triennale, sulla qualità delle apparecchiature RX e sul loro corretto utilizzo, dove per corretto utilizzo si intende l’ottenere il miglior risultato diagnostico possibile erogando una bassa dose radiante.
In Europa sono pochissimi gli ospedali pediatrici che hanno ottenuto questa certificazione “fortemente voluta e ottenuta con competenza e dedizione dal dottor Gian Michele Magnano, responsabile della Radiodiagnostica dell’Istituto Gaslini, e dai dottori Claudio Granata responsabile medico per la Radioprotezione e Marco Ciccone responsabile tecnico della Radiologia dell’Istituto, a cui vanno i complimenti e i doverosi ringraziamenti” spiega il direttore generale Paolo Petralia.
Per il Gaslini la sicurezza dei piccoli pazienti è prioritaria e non si limita solo alla bassa dose erogata, ma comprende anche corretta informazione, uniformità di approccio e umanizzazione degli iter diagnostici.
“Questa certificazione è il riconoscimento ufficiale dell’utilizzo della minore quantità di raggi X possibile per fare diagnosi in TC e Radiologia Convenzionale. Le cinque stelle attestano anche che tutto il personale è aggiornato sulle migliori tecniche di radioprotezione e utilizza protocolli realizzati per i bambini, basati proprio sulla esperienza degli operatori che ogni anno eseguono circa 70.000 esami esclusivamente pediatrici” spiega il dottor Magnano.
“Facciamo periodica revisione e controlli di qualità sugli esami di diagnostica per immagini, anche attraverso un applicativo informatico dedicato. Partecipiamo a ricerche scientifiche in rete con altre strutture pediatriche europee e società scientifiche radiologiche per l’ottimizzazione della diagnostica per immagini, il che, in ultima analisi significa personalizzazione della dose radiante e integrazione tra le diverse tecniche di imaging” conclude il dottor Claudio Granata.