L’intervista

Fuksas, l’“altra archistar”, a Genova chiede in prestito Bucci per pulire Roma

A Sarzano per una lectio magistralis, il celebre professionista ha parlato di politica nazionale e della nostra: “Bella e densa come una scultura incisa”

massimiliano fuksas

Genova. “Io non so chi sia il sindaco di Genova, ma siete stati a Roma ultimamente? Bene, prestateci il vostro sindaco per un paio di mesi, mi prendo anche il presidente della Regione, basta che la capitale torni a essere pulita e in ordine come la vostra città”. A sorpresa Massimiliano Fuksas, “archistar” in passato vicino alla sinistra (autore di strutture come l’aeroporto di Shenzhen in Cina, dei nuovi archivi di Stato a Parigi, della fiera di Rho a Milano), si lancia in un elogio dell’amministrazione comunale (e regionale), poco prima di iniziare la sua lectio magistralis per un convegno organizzato alla facoltà di Architettura dell’Università di Genova.

Per l’architetto romano, che l’anno scorso è riuscito a ultimare la discussa Nuvola, è anche una critica indiretta al sindaco Virginia Raggi. Parlando ancora di politica, Fuksas – nella sua classica tenuta total black – commenta anche il momento di stallo della politica italiana e dei leader Salvini e Di Maio, all’indomani dell’ennesimo giro di consultazioni andato a vuoto.

“Ci sono due vincitori, io non li ho votati ma la volontà degli italiani è stata espressa – afferma – amministrino se lo sanno fare, non vadano a elezioni ma abbiano il coraggio tutte e due di mettersi insieme e di fare un governo per portare avanti quello che dicono. Sembra che alla fine tutti preferiscano fare campagne elettorali ma nessuno voglia governare davvero perché è governando che si perdono i voti”.

massimiliano fuksas

Per Genova poi, una difesa del dna del suo centro storico, nei giorni in cui il Comune è tornato a progettare partendo dal concetto di diradamenti (nella zona di Pré, per esempio). “La cosa più bella di Genova è proprio la sua compattezza, specialmente la Genova storica – spiega Massimiliano Fuksas – essa è come una grande scultura, una grande scultura incisa, i vicoli sono la sua ricchezza. Certo bisogna sicuramente gestirla questa cosa, un tempo Genova antica era abitata da una popolazione omogenena, adesso è sicuramente più complessa, ma non si può buttare via il bambino con l’acqua sporca”.

Per il capoluogo ligure l’architetto che ha uno studio a Roma, uno a Parigi e uno a Shenzhen, in Cina, pensa siano necessarie nuove infrastrutture. “È difficilissimo arrivare a Genova e andare via da Genova, la sola via d’uscita è il mare – osserva – però ad esempio io vedo due punti di forza in Italia nel futuro, Genova e Trieste, e il collegamento fra questi due bacini che oggi non sono assolutamente collegati, il punto di arrivo della via Della Seta da una parte e la porta sul Mediterraneo dall’altra, sarà fondamentale”.

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