Genova. La sua rimozione era stata celebrata in pompa magna da istituzioni, stampa e cittadinanza tutta, come passaggio epocale della lotta al degrado urbano. Oggi giace dimenticato da oltre un anno e mezzo in piazzale Kennedy, e il suo futuro è più incerto che mai. E potrebbe regalare delle sorprese.
Stiamo parlando del Bruco di Brignole, l’attraversamento pedonale sopraelevato che fino al 13 dicembre 2016 univa Corte Lambruschini con i giardini del piazza Verdi. Un’infrastruttura che non ha mai conquistato i genovesi, costruita per un’idea di città che non è mai diventata realtà e che negli anni diventò rifugio della disperazione umana, e non solo.
Oggi, i resti del simbolo dell’urbanistica che fallisce giacciono in piazzale Kennedy, coperti da un bianco “velo pietoso”, arrivato con papa Francesco. Ma potrebbe ritornare clamorosamente al suo posto originale, almeno sulla carta.
Il motivo di tanta incertezza, infatti, è una contesa giuridica legata alla nascita stessa del Bruco: quando fu pensato e installato, lo fu fatto come onere urbanistico per il condominio di Corte Lambruschini, e tale è rimasto. Tolto il Bruco, rimane la mela, che in questo caso è il suddetto onere.
In altre parole in qualche carta sta scritto che deve esistere un passaggio pedonale che colleghi il centro dirigenziale con i “percorsi” che portano alla stazione o ai bus, o in città. Quindi i casi sono due, o il Bruco torna al suo posto, o al suo posto si trova un sostituto.
A confermarcelo lo stesso assessore all’Ambiente e Rifiuti Matteo Campora: “Il Bruco è li perchè non si può demolire – sottolinea – in attesa che si trovi una soluzione che vada bene a tutti”.
Per questo motivo i miserandi resti sono ancora a piazzale Kennedy, in attesa. Il ritorno appare ovviamente improbabile: oltre alla colossale figuraccia istituzionale dei vari Tutti che gonfiarono il petto nel regalare un nuovo cielo ai genovesi anticipandone la rimozione dovuta ai cantieri sul Bisagno (in piena campagna elettorale per le amministrative, ça va sans dire), tecnicamente non sarebbe un scherzo ricucire e risistemare un Bruco “Frankestein”. Decisamente più probabile la soluzione dell’alternativa: o una nuova passerella pedonale o un escamotage compensativo equipollente.
Dalla crisalide del Bruco quindi potrebbe venir fuori una sorpresa per i genovesi: l’eterno ritorno degli errori di un passato che sembra non finire mai. Che poi sorpresa non è.