Genova. “Ogni giorno, a Genova, transitano almeno 4500 mezzi pesanti e basta guardare le targhe dei tir che affollano le banchine e le aree di parcheggio dei vari terminal per notare tantissime targhe bulgare, ucraine e rumene”.
Per i sindacati è molto difficile quantificare i numeri con precisione ma la sensazione è quella che il fenomeno del “dumping sociale” nell’autotrasporto abbia una forte rilevanza. Molte sono le aziende che hanno scelto di delocalizzare le proprie attività con costi ben diversi, soprattutto per quanto riguarda la forza lavoro, decisamente più bassi rispetto all’Italia.
Di questo, ma anche di molti altri temi, dalla sicurezza alla logistica, si occupera l’osservatorio logistica, trasporto merci e spedizione Genova, che ha riunito in un unico soggetto, le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali.
“Questo strumento nasce per cercar di risolvere alcune criticità – spiega il coordinatore dell’osservatorio, Giuseppe Bossa – e per trovare un punto di incontro tra associazioni datoriali e sindacati. Il primo punto su cui dobbiamo intervenire è proprio il dumping sociale, ma anche la concorrenza sleale che si é venuta a creare con la delocalizzazione delle imprese italiane ne operano sul nostro territorio come imprese straniere, violando i principi della disciplina nazionale e europea”.