Genova. Si accenderà domani, per illuminare l’atrio, il faro che accoglierà i visitatori del Galata. Si tratta della ricostruzione di un faro – fanale, in metallo, verniciato nei colori rosso e bianco della tradizione marinaresca, che ha alla sommità una preziosa Lente di Fresnel, concessione dell’Ufficio Fari della Marina Militare Italiana, che illuminerà con la sua luce lampeggiante l’intero spazio e farà da richiamo per i passanti dopo il tramonto, rispecchiando la funzione dei fari nei porti. Si tratta, infatti, di un vetro smerigliato capace di moltiplicare centinaia di volte la luce della lampadina che custodisce al suo interno, in grado di fare arrivare la sua luce a 15 miglia di distanza.
Ma questa non è l’unica novità del Galata che diventa “Galattico” visto che è stata realizzata una nuova biglietteria sulla quale sono state collocate alcune barche storiche: il Santa Caterina, un “gozzo cornigiotto”, ricostruito dall’associazione Storie di Barche; il Pierino, primo dinghy italiano con il numero “1” orgogliosamente riportato sulla vela mostra, messo a disposizione dal Presidente dello Yacht Club Italiano Nico Reggio, e un raro “gozzo da regata”, imbarcazione a remi realizzata all’inizio del Novecento e su cui hanno sudato generazioni di vogatori, dono di Francesco Dodero.
Ultima novità, tra le barche posizionate vi è un vero reperto, una barca da palombari del secondo dopoguerra, proveniente dall’antica Azienda Darsena Comunale e donata dalla Rimorchiatori Riuniti; con tutte le sue attrezzature, è una di quelle imbarcazioni che attraverso il durissimo e pericoloso lavoro dei subacquei con gli scafandri, sgombrarono i relitti della guerra pezzo a pezzo.
E sotto a questa, in una grande vetrina-diorama realizzata da Elio Micco, sono rappresentati due palombari intenti alla demolizione, con le attrezzature originali dell’epoca quelle conservate con amore e passione da una delle figure storiche del porto di Genova, il capitano Passeri della Drafinsub. Con questo allestimento, un altro piccolo pezzo della storia leggendaria dello scalo genovese si aggiunge alla ricca collezione del Museo.
“Non si tratta solo di un’operazione di restyling architettonico – come spiega la Presidente Nicoletta Viziano -. Il Galata Museo del Mare sta entrando nel suo quattordicesimo anno di vita e dobbiamo abituarci a pensare che i musei di nuova generazione come il nostro, cambiano nel tempo, proprio come le persone. Non dobbiamo più pensare che la parola ‘museo’ si associ a ‘immutabilità’. Se guardiamo il Galata, vediamo come è cambiato: solo in questi due ultimi anni, si sono aggiunti l’upgrade del padiglione MEM – Memoria & Migrazioni, la mostra sull’Andrea Doria e la Sala degli Armatori. E non sono ‘solo’ mostre: è cresciuta la superficie espositiva, passando dai 6.000 metri quadri dell’inizio ai quasi 12.000 di oggi”.
La nuova Hall è stata fortemente voluta dal direttore del Mu.MA, Pierangelo Campodonico: “Se il museo cambia, deve cambiare anche il suo modo di presentarsi. E la hall, il primo luogo nel quale il visitatore entra, è il ‘biglietto da visita’ del museo stesso, la promessa di quello che troverà, la suggestione che gli viene offerta. Nella nostra esperienza, sono ancora molte le persone che decidono se visitare o meno la struttura una volta varcata la soglia. Il Galata Museo del Mare è così: un contenitore infinito di storie, conclude il direttore, dai fari ai palombari. Perché la nostra ricchezza non è nelle collezioni, è nell’immaginario del mare”.
“Più contenuti, più servizi – afferma Beppe Costa presidente esecutivo di Costa Edutainment – per un visitatore, sentirsi accolti da una struttura efficiente e razionale, dove può ottenere informazioni, pagare con la carta di credito, comprare un libro o prendere un caffè o un aperitivo è molto importante ed è uno standard internazionale a cui ci dobbiamo adeguare. Crediamo molto nel Galata Museo del Mare e ancora più nell’importanza di soddisfare le richieste di un mercato sempre più esigente e in rapido cambiamento. L’investimento importante che abbiamo deciso di fare con il rinnovamento dello spazio della ristorazione risponde dunque alla nostra volontà di valorizzare importanti spazi del Museo non solo per i visitatori ma per tutti i cittadini”.