Genova. Polemica sulla presenza, questa mattina a Staglieno, alla commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana, del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Angelo Vaccarezza. A criticare la partecipazione dell’esponente di centrodestra alla manifestazione organizzata dall’associazione famiglie e caduti dell’Rsi è il Partito democratico.
“Il punto non è tanto il rispetto per i morti, che è dovuto a tutti senza alcuna distinzione – afferma Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria – ma il fatto che un gesto di questo genere mette sullo stesso piano le ragioni dei vinti e le ragioni dei vincitori. Non è la stessa cosa: se avesse vinto il fascismo oggi l’Italia non sarebbe una repubblica, ma una dittatura. Per fortuna hanno vinto i partigiani, che hanno donato a tutti noi con il loro sacrificio la libertà e la democrazia”.
“La condotta di Vaccarezza non mi stupisce – continua Lunardon – perché è la stessa persona che da presidente della provincia di Savona in più di una occasione si è recato sul Monte Manfrei, circondato dai labari della Rsi. Per la prima volta, invece, dal 1945 o oggi, Genova e la Liguria sono governati da maggioranze che stentano a riconoscersi nei valori dell’antifascismo, considerandoli un’ideologia di parte e non il vero collante della nostra comunità nazionale. A tutti costoro ricordo le parole di Aldo Moro, quando affermava che ‘la Repubblica Italiana non è afascista ma antifascista”.
Lunardon si augura che il presidente della Regione Giovanni Toti si dissoci dal gesto di Vaccarezza. Alla commemorazione, questa mattina, era comunque presente anche un esponente della giunta Bucci, ovvero il consigliere comunale con delega alla Protezione civile Sergio Gambino.
In forza a Fratelli D’Italia Gambino ha ricordato i caduti del fascismo, a sorpresa, recitando il testo di una canzone di Francesco De Gregori, “Il cuoco di Salò”. “È un autore – spiega Gambino sulla propria pagina Facebook – che non appartiene certo al Pantheon della destra, non è un autore d’area, non è un revisionista. Ma dopo 73 anni dalla fine della guerra non è più possibile considerare le decine di migliaia di ragazzi e ragazze che, chi per seguire un ideale, chi per rispettare un dovere si arruolarono e morirono combattendo per la Repubblica sociale italiana italiani di serie B morti da cancellare dalla memoria”.
“Forse oggi è più chiaro, anche al presidente Anpi Bisca – scrive in una nota il partito della Rifondazione comunista, federazione di Genova – del perché gli antifascisti il 25 aprile hanno giustamente fischiato queste istituzioni vergognose che non rappresentano né la città di Genova, né tanto meno la Regione Liguria. Chiediamo pertanto al presidente Toti e al sindaco Bucci di dissociarsi da tale iniziativa e di chiedere scusa ai liguri per l’accaduto. Ricordiamo a tali istituzioni, che i morti non sono tutti uguali. Da una parte c’era chi voleva il bene del Paese e dall’altra chi aveva aderito ad un progetto criminale quale è stato il fascismo”.