Genova. Torna a svettare nel cielo di Genova la cupola della cattedrale di San Lorenzo, dopo i lavori di recupero e restauro che hanno messo in salvo il capolavoro architettonico di Galeazzo Alessi.
“E’ un bel momento per la nostra cattedrale e per Genova, per la nostra diocesi, perché finalmente la cupola è ritornata nello splendore suo proprio e, soprattutto, nella sua funzionalità. Prima pioveva sull’altare e ora non ci piove più”. L’Arcivescovo di Genova, Cardinale Angelo Bagnasco non manca di sottolineare anche il valore pratico di quella che è una grande opera simbolica, il restauro della cupola della cattedrale che, dopo 30 mesi di lavori, per un costo di circa 1,2mmilioni di euro, ha concluso la sua fase di restauro.
“È uno dei segnali di speranza, ce ne sono altri Grazie a Dio e agli uomini – spiega – perché la città di Genova ritrovi se stessa e mi pare che piano piano, in quello che è la sua bellezza la sua storia, ci stia riuscendo. Ma é anche un bel segnale per la comunità cristiana che sta riscoprendo, grazie all’anniversario dei nove secoli della consacrazione , sta riscoprendo proprio la sua cattedrale, centro madre di tutte le altre chiese della diocesi”.
I restauri della cupola, che sono stati presentati nel corso di un incontro in cattedrale erano necessari visto che: “Si tratta di un’opera di restauro che va a proseguire i lavori fatti circa 170 anni fa – sottolinea Claudio Montagni, progettista e direttore dei lavori – quelli di Giovanni Battista Resasco e che furono gli ultimi lavori fatti sulla cupola. L’elemento prevalente è stato quello della copertura in piombo che riporta a quella che fu l’idea di Galeazzo Alessi”.
I lavori sulla cupola sono stati anche occasione per riscrivere la storia di questo monumento, che non era stato mai studiato in profondità. “Dai documenti emerge che questa è stata la prima cupola di Genova – prosegue Montagni – portata direttamente da Roma,dal cantiere Vaticano, dallo stesso Galeazzo Alessi, che trasferisce a Genova un archetipo della cupola, intesa come tamburo calotta e lanterna, che fino a quel momento, non esisteva a Genova”.