La trattativa

Ilva, Bosco (Cgil): “O cambiano le condizioni o è una presa in giro”. Domani in assemblea un documento per dire no alla discontinuità

Sarà votato dai lavoratori di Cornigliano e poi proposto nelle altre assemblee. Intanto a Roma nuovo tavolo sugli organici

Sciopero Ilva 6 novembre

Genova. Un documento che chiede il rispetto della continuità occupazionale, del salario, dei diritti e dell’accordo di programma di Cornigliano senza alcuna discontinuità sarà presentato domani mattina nell’assemblea dei lavoratori dell’Ilva di Genova indetta dall’rsu (a maggioranza Fiom) a cui le segreterie di Fim e Uilm hanno deciso in polemica di non partecipare.

L’obiettivo del documento è quello di “dare una sveglia alle segreterie nazionali” si legge senza mezzi termini su un post che sta girando sui social. Partirà da Genova ma sarà poi proposto e votato in tutte le altre fabbriche dell’iva.

“La certezza – scrivono i lavoratori – è di rimetterci troppo in termini di diritti e salario, partendo dal jobs act, per arrivare ad indennità, emolumenti e superminimi, maggiorazioni. Se stanno facendo questo ad una legge dello Stato che impone il passaggio diretto per una cessione d’azienda, allora cosa proveranno a fare domani al nostro accordo di programma?”.

Intanto a Genova la Cgil sostiene senza esitazioni la linea della Fiom, come ha ribadito questa mattina il segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco a margine delle celebrazioni per il 25 aprile: “Come cgil e fiom se le condizioni rimangono queste non riteniamo possibile andare avanti – ha detto bosco – perché se nell’incontro di domani non muta qualcosa più che una trattativa sembra una presa in giro”.

E se ha un che di surreale una trattativa fatta di incontri fittissimi con un governo che non dovrebbe nemmeno più essere in carica, per il segretario della Cgil “la cosa ancora più strana è essere venuti a conoscenza dopo le elezioni che governo e Mittal avevano fatto un accordo che prevedeva una riduzione del salario e l’assunzione diretta di soli 8.500 dipendenti dopo una transizione con 10 mila. L’azienda da parte sua, avendo fatto un accordo con il governo, chiede che sia rispettato, ma non possono pretendere che noi firmiamo un accordo che altri hanno sottoscritto soprattutto a quelle condizioni”.

Domani intanto a Roma ennesimo tavolo tra sindacati, Mittal e Governo per cominciare ad entrare nel merito degli organici.

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