Genova. Non solo amianto, tanto, ma anche cromo. E’ davvero un mostro chimico l’edificio ex Nira, nelle aree della Fiera di Genova, ed è per questo che il Comune è totalmente intenzionato a demolirlo e non a riqualificarlo.
Lo ha spiegato questa mattina, dati e conti alla mano, l’assessore all’Urbanistica Simonetta Cenci, durante la commissione consiliare sulla delibera di vendita delle aree della Fiera in funzione della realizzazione del waterfront Levante ideato da Renzo Piano.
Cenci ha risposto a una critica del consigliere comunale Pd Stefano Bernini che si domandava come mai, nella delibera, non ci fosse “una riga che spiegasse come mai il Comune escludesse a priori una riqualificazione dell’ex Nira, visto anche l’interessamento al recupero espresso da parte del Rina”.
“Esiste una normativa anti-sismica in materia – ha affermato l’assessore, che è anche architetto –
che consente la riqualificazione di strutture che abbiano determinato caratteristiche tecniche, e il Nira non le ha. Ci sono problemi enormi, è pieno di amianto non solo al suo interno, controsoffitti, pavimenti, solette, ma anche all’esterno, c’è un triplo strato di lana di roccia e materiale asbestoso”. Il Comune ha stimato che solo per la bonifica esterna sarà necessario circa un milione di euro.
Non solo. “Visto il costo della messa in sicurezza esterna, si tratterebbe sostanzialmente di fasciare il palazzo – continua Simonetta Cenci – ci siamo chiesti allora se demolirlo e abbiamo scoperto che all’interno c’è pure parecchio cromo, altrettanto nocivo per la salute, ed è quindi è necessario demolirlo. Quando ero al Mipim di Cannes, a presentare il waterfront agli investitori, leggere sui quotidiani genovesi che il Rina avrebbe voluto comprare l’ex Nira e utilizzarlo, mi ha fatto sorridere”.
Oltre a 1 milione di euro, per la bonifica propedeutica dell’edificio sarebbero necessari circa 12 mesi di lavoro. Altri sei, sette mesi serviranno per la demolizione vera e propria.