Genova. E’ la prima Euroflora all’aperto, ed è la prima Euroflora da quando i social network si sono moltiplicati e sono diventati una protuberanza, una germinazione – per usare un termine da floralie – delle nostre esistenze. Ed Euroflora 2018 è (anche) una manifestazione a misura di hashtag e quindi ecco quali sono le 10 esperienze + 1 che non potrete perdervi.
1) E’ uno dei primi allestimenti che vi si parano davanti agli occhi all’ingresso. L’area dedicata ai floricoltori della Liguria è ben più di un assaggio di quello che Euroflora 2018 vi riserverà. Fiori all’ennesima potenza: 400 mila piante di ogni colore, ranuncoli, garofani, rose, girasoli, papaveri. anemoni, e sei ulivi secolari di varietà taggiasca. Oltre a due guest star completamente Made in Liguria: Francesco, un elleboro bianco e giallo dedicato al papa, e Italia, margherita bianca, classica, ma creata nei laboratori dell’istituto regionale di floricoltura in modo da crescere con poca acqua e particolarmente adatta alla coltivazione in vaso. Il colpo d’occhio? Notevole. #nofilter.
2) Dimenticate i fiori, per un attimo. E guardate che cosa si trova, ai parchi di Nervi, 365 giorni all’anno, e da secoli. Alberi storici e dal valore inestimabile come la canfora, alcuni tipi di palme, la araucuaria, un tipo di pino che produce pigne più grandi della testa di un umano. La riconoscete perché sembra scolpita da un giardiniere, ed è imponente. Le pigne? Non è stagione, quindi zero rischi commozione cerebrale. Emotiva, sì. Passeggiare tra pezzi di natura che ne hanno viste passare di ogni, dalle grandi guerre alle grandi calamità naturali, un po’ fa emozionare #pride.
3) Red Wave. Non è red. Almeno, non ancora. Uno dei quadri dedicati agli elementi naturali è sicuramente tra i panorama più fotografabili di Euroflora 2018. Le margherite rosse (a noi sono sembrate rosa e viola) devono ancora fiorire completamente. Ma l’effetto architettonico è tra i più coinvolgenti. E permette al pubblico di camminare nell’enorme prato della villa potendo godere di diverse prospettive. #sovrannaturale.
4) Quando si dice la forza della natura. Mica sempre benevola. Nell’area allestita dal Comune di Genova troverete una radice di pino marittimo, gigantesca, pronta per farvi da sfondo a un ritratto impressionante, e che in realtà è un memorandum di quello che accadde nel 2016 ai parchi di Nervi. Quasi 60 piante storiche vennero distrutte da una tempesta di vento, oltre ad altri danni pesanti alle strutture dei parchi. Tutto lo “stand” del Comune di Genova è dedicato proprio a quella tragedia naturale.
5) Un grande classico da floralie. L’eterna sfida tra aceri e bonsai. Eleganza, delicatezza, ricerca hanno portato le aziende produttrici, e ad Euroflora sono presenti alcune fra le migliori, a raggiungere livelli di eccellenza. Decidete voi se vi piacciono di più gli aceri rossi dalle foglie che sembrano ricamate (li troverete vicino al ninfeo) oppure i bonsai al riparo della palestrina, vicino al roseto. Noi li abbiamo fotografati per ricordare come i nostri giardini non raggiungeranno mai certe vette. #invidia.
6) Per chi, appunto, non ha proprio il pollice verde, da non perdere le aree dedicate alle piante grasse. Si fa presto a dire #cactus. Le varietà di questo tipo di pianta sono infinite, per forme e colori. Restano tra i best of della manifestazione.
7) Per restare sul tema “questo me lo compro”, non perdetevi il mercato dei fiori e in particolari quello che rischia di diventare il best seller di Euroflora 2018: la canapa. Echi di Giamaica e anni Sessanta, eppure, le piante vendute dai vivai Corsiglia di Moconesi sono assolutamente legali. #legalized
8) I peperoncini. O li si odiano o li si amano. Noi li abbiamo amati. Si chiama “Germinazioni” il quadro dedicato alla terra. E che vede spuntare dal prato 20 peperoncini giganti, creati dallo scultore Beppe Carta in resina e bronzo. sullo sfondo pareti di bosco verticali con 15 mila piantine colorate piantate a mano una a una. Un altro quadro molto fotogenico.
9) Avete presente quando vi regalano un’orchidea e voi sapete già che non riuscirete a farla sopravvivere perché “sono così delicate”. Beh, quelle esposte a Euroflora, in un’area un po’ nascosta e ombrosa, tra ruscelli artificiali e felci, sono arrivate in aereo da Taiwan. Impossibile non immortalarle, se non altro per ripagare lo sforzo degli espositori giunti da più lontano.
10) Il labirinto e i papaveri. Alain Micquiax non è un floricoltore. E’ un costruttore di aquiloni. E quelli che volteggiano tra le siepi, con il mare sullo sfondo, sembrano kite surf. Perdersi è impossibile però la poesia c’è. Per aumentare la suggestione onirica può essere utile fare una capatina in uno dei tanti stand “fugassa e vin bianco”. Magari non con il caldo record di questi giorni.
11) Il fuori Euroflora. Siete nei parchi di Nervi. Una cornice meravigliosa, tra il mare e la collina. Non ci crediamo che davvero potete pensare di scendere dal treno o dal pullman e risalirci dopo la visita a Euroflora senza aver dato un’occhiata in giro. Godetevi la passeggiata e il quartiere dove, peraltro, i fiori non mancano. #morethanthis.