Genova. Finalmente si parte: alle 11,30 primo incontro di Coppa Davis, valido per i quarti di finale del torneo, con lo scontro Italia-Francia.
Il sorteggio di ieri, effettuato dal giudice arbitro Stefan Fransson, nella splendida sala di Palazzo San Giorgio di Genova, ha svelato i protagonisti di Italia-Francia, quarto di finale di Coppa Davis che da oggi andrà in scena sul Beppe Croce di Valletta Cambiaso.
Il primo nome estratto, fra quelli annunciati dai capitani Corrado Barazzutti e Yannick Noah, è stato quello di Lucas Pouille, attuale numero 11 del mondo, il cui nome è stato affiancato a quello di Andreas Seppi. Il secondo singolare della prima giornata sarà quindi giocato da Fabio Fognini e Jeremy Chardy.
Yannick Noah ha poi annunciato i nomi dei doppisti, sono i titolari Herbert e Mahut, mentre Corrado Barazzutti ha mantenuto la sua tradizione che prevede lo schieramento di un doppio che poi andrà a modificare nei termini previsti, in ogni caso sul tabellone sono apparsi i nomi di Paolo Lorenzi e Simone Bolelli. I singolari di domenica sono quindi Fognini-Pouille e Seppi-Chardy.
Il sorteggio è stato accolto con la massima serenità da Barazzutti. “Ora che si conoscono i nomi e l’ordine di gioco bisogna solo disputare i match – ha detto Corrado in conferenza stampa -, francamente mi aspettavo da parte di Yannick le scelte che ha poi effettuato. Posso dire allo stesso modo che da parte mia non ho avuto alcuna incertezza in merito alla nostra formazione. Chardy? Ha sicuramente un grande potenziale, è un giocatore tecnicamente dotato e difficile da affrontare. Se Noah lo ha preferito anche per i match su terra battuta di questa Coppa Davis significa che nutre in lui la massima fiducia anche su questa superficie”.
Seppi avrebbe preferito giocare per secondo? “Forse sì – ammette Andreas -, però va bene lo stesso, si inizia alle 11,30 va bene così”.
Dalla Davis di oggi a quella di domani, sono state molte le domande rivolte ai componenti della nazionale italiana in merito al possibile futuro cambio di format della manifestazione. Gli azzurri si sono allineati tutti dalla parte della tradizione, a partire dal capitano.
“Mi sono già espresso in questo senso – ha confermato Barazzutti -. La Davis va molto bene così da cento anni, cambiare significa ammazzare la competizione. Sarebbe come modificare un torneo del Grande Slam e farlo giocare in una settimana due set su tre. Non è vero che i giocatori più forti non partecipano alla Coppa Davis. Questa settimana tutti i campioni giocano e tutti i grandi campioni l’hanno sempre giocata. La Davis è speciale, è diversa. Chi la gioca è speciale, perché non è facile stare in campo per giocare tre set su cinque per tre giorni di fila“.
Sulla stessa lunghezza d’onda Andreas Seppi: “Giocare in una sede unica secondo me farebbe perdere alla Coppa il fascino e il calore del tifo per la squadra, con nuove regole la manifestazione mi affascinerebbe meno. Detto questo io magari non la giocherò più la Davis quando la cambieranno, ma a me piace così”.
Netto il giudizio di Paolo Lorenzi: “La Davis? Dovesse cambiare sarà difficile chiamarla ancora così“.