Genova. Dicono di lui che è un ragazzo d’oro, ma non c’entrano le medaglie che ha al collo, il titolo italiano nei 50 rana e quello di vicecampione nei 50 dorso, conquistati lo scorso fine settimana a Cuneo. Andrea Azzarito, classe 1999, per la sua famiglia, i suoi allenatori e tutti quelli che lo conoscono è proprio così.
È felice per i risultati importanti che ha conquistato, quasi un riscatto, dopo l’emozione che lo frenò in occasione degli Epyg Games dello scorso anno, con la prima convocazione in Nazionale giovanile paralimpica.
Si racconta. Andrea ti aspettavi di vincere?
“Sinceramente no, non pensavo di essere già al top della condizione. Ma a Cuneo ho capito che avrei fatto qualcosa di importante dopo la presentazione, ho sentito l’affetto del pubblico, che ringrazio, così come i miei allenatori Luca Puce e Gaia Naldini. Queste medaglie mi hanno fatto venire la carica giusta per fare ancora meglio”.
Quando non nuoti cosa fai?
“Frequento l’ultimo anno del Liceo di Scienze Umane e anche un corso di informatica, ho imparato a usare il computer. Quest’anno avrò l’esame di maturità, un altro traguardo della mia vita, poi non ho ancora deciso, mi piacerebbe andare a lavorare perché il mio dovere di studente l’ho già fatto. Potrei anche frequentare un corso di cucina perché dicono che sono un mangione. Mi piace tutto, in particolare la pasta al pesto, da genovese doc, con il pesto preparato della mamma; la salsiccia e la carne impanata, poi il gelato di crema, panera e caffè”.
A chi dedichi le medaglie?
“Alla mia famiglia, papà Pietro, mamma Patrizia, mia sorella Aurora ed il mio cane; ai miei allenatori Luca e Gaia per tutto il lavoro che stanno facendo su di me, ai miei amici, a Francesco Bocciardo. Domenica dopo le gare mi ha invitato a festeggiare in discoteca e io ci sono andato e mi sono divertito. Mi piace la musica romantica, in particolare Jovanotti, mi piace cantare, ma non riesco a farlo quando nuoto, sono troppo concentrato. Voglio ringraziare i miei compagni di scuola che mi sono sempre vicini perché ci vogliamo bene, i miei professori, la mia insegnante di sostegno Elena Balzani. Saluto anche tutte le persone che mi seguono, anche dall’estero, sul mio profilo Facebook”.
E poi?
“La mia passione era camminare e il mio desiderio era giocare a calcio ma purtroppo mi sono trovato su una sedia a rotelle”.
Andrea si ferma ed è il papà a raccontare cosa gli è successo.
“Alla nascita ha avuto un’asfissia, un errore dell’ostetrica, da subito lo abbiamo portato all’estero, Repubblica Ceca e Germania, per i risultati che ha ottenuto ringraziamo il lavoro fatto da quei medici. Era rigido, i suoi muscoli non rispondevano, oggi è campione italiano e io ci credo che possa migliorare ancora”.
Ve lo aspettavate?
“Sinceramente no. Andrea ha dovuto ricominciare da capo perché è stato riclassificato quindi questo è un grandissimo risultato, significa che ha lavorato bene”.
Come è arrivato al nuoto?
“Lo ha consigliato la sua fisioterapista che segue anche Francesco Bocciardo, anche lui lo ha aiutato e sostenuto”.
Che figlio è?
“Con la sorella Aurora sono ragazzi d’oro”.
Sul bordo vasca c’è Gaia Naldini che insieme a Luca Puce, responsabile settore Finp della Nuotatori Genovesi, segue Andrea.
Gaia, le medaglie erano previste?
“Nella rana no perché ci stiamo lavorando da pochi mesi, nel dorso ci speravamo. Andrea è un ragazzo d’oro, il suo sorriso mi fa sciogliere, vorrei che potesse avere tutto quello che desidera e anche di più. È molto serio, sempre attento, un bravo ragazzo”.
Anche l’Italia sta riconoscendo il valore e l’importanza dello sport paralimpico ma la strada è ancora lunga.
“È un processo molto lento e mi piace ricordare il nostro progetto che nasce da un’idea di Luca Puce e Francesco Bocciardo, Just a Swimmer (sono solo un nuotatore), che mira all’integrazione più completa per capacità. Facciamo nuotare insieme atleti paralimpici e normodotati in base alla loro velocità. La mia esperienza di sparring partner di Francesco Bocciardo è meravigliosa, uno stimolo per entrambi, e in più ci divertiamo, questo, secondo noi, è il futuro dell’integrazione”.
Alla Nuotatori Genovesi c’è spazio e tempo per tutti.
“È così e non succede anche da altre parti. La nostra è una bella realtà”.
Sei tra quelli a cui Andrea ha dedicato le medaglie.
“Grazie, non so se me lo merito, sono orgogliosa di lui”.