<strong>Savona</strong>. Un momento di relax nell’albergo a quattro stelle, nei ristoranti o nello stabilimento balneare, ma soprattutto una giornata diversa, a contatto con il mare, per i bambini dell’ospedale Gaslini e per i loro genitori. È il progetto “Maremoto”, grazie al quale il Mare Hotel di Savona collaborerà con il grande policlinico pediatrico genovese ospitando gratuitamente alcuni dei piccoli pazienti e le loro famiglie in cura presso l’Ematologia del Gaslini.
E a dare il via ufficialmente al progetto sarà un evento carico di adrenalina, nato dall’incontro della titolare del Mare Hotel Pervinca Tiranini con il campione di freestyle motocross Vanni Oddera e dalla comune voglia di dedicare tempo e passione all’impegno sociale: una giornata, il prossimo 15 aprile, a bordo di potenti Jeep su un percorso off-road ricavato sulla spiaggia privata dell’hotel savonese.
Il progetto è stato presentato questa mattina a Genova, nella Sala Trasparenza della Regione Liguria, alla presenza del Presidente dell’Istituto Gaslini Pietro Pongiglione, del primario ematologo dell’ospedale Gaslini Carlo Dufour, del campione di freestyle Vanni Oddera e della titolare del Mare Hotel, Pervinca Tiranini.
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“Il ruolo del Mare Hotel in questo ‘Maremoto’ – racconta Pervinca Tiranini – sarà quello di cercare di dare sollievo alle famiglie e ai bambini colpiti da gravi malattie. Una catastrofe non solo a livello umano – spesso non escono mai dall’ospedale – ma anche a livello economico: molti genitori per assistere i figli perdono il lavoro, e non possono più permettersi un viaggio. Visto che il nostro hotel è sul mare, con giardino e piscine, cerchiamo nel nostro piccolo di aiutare queste famiglie a vivere una giornata di vacanza non solo fisica ma anche mentale: vogliamo permettere loro di rilassarsi trascorrendo una giornata in spiaggia, venendo a mangiare qualcosa nei nostri ristoranti, o magari dormendo una notte in una camera sul mare ammirando la luna. Insomma, vogliamo dare a queste persone, sia bambini che genitori, il sollievo che in questo momento non hanno”.
“Voglio ringraziare tutti i partner di questa iniziativa che offre una grande occasione di svago a tanti nostri bambini che vivono un momento veramente difficile – spiega il presidente del Gaslini Pietro Pongiglione –. È importante avere il supporto di Associazioni, volontari e privati che si impegnano per interagire con il tessuto sociale della regione nell’interesse del bambino: perché il Gaslini non si occupa soltanto dell’aspetto strettamente sanitario ma anche di quello psicosociale, configurando così un quadro di presa in carico globale del malato e della sua famiglia, che rende il nostro vissuto unico nel saper combinare appunto le cure mediche e l’assistenza infermieristica con la componente ludico ricreativa, a favore del paziente pediatrico. Cogliamo con grande favore in questo caso l’iniziativa di un generoso privato, e auspichiamo che funzioni da stimolo e da esempio per ulteriori interventi di questa natura”.
“Iniziative di questo tipo fanno in modo che la qualità della vita del paziente migliori: è fondamentale durante il percorso terapeutico, ne abbiamo la conferma nei pazienti, che dopo molti anni dalle terapie ricordano le esperienze faticose, in un vissuto positivo e non negativo, anche grazie a esperienze come queste. Il paziente sottoposto a limitazioni importanti può approfittare di momenti che lo avvicinano agli standard di vita precedenti la chemioterapia, ricevendo alcuni piccoli privilegi e passatempi che in qualche modo alleviano e compensano le limitazioni imposte dalla malattia e dalle terapie” racconta Carlo Dufour direttore UOC Ematologia del Gaslini.
L’evento di domenica 15 aprile, che segnerà la partenza del progetto Maremoto, organizzato con il coinvolgimento di Ma-Fra e FCA Autonomy/Jeep Italia, si comporrà di due diverse esperienze: un test-drive dedicato a persone disabili (in collaborazione con l’Unità Spinale Unipolare dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure) per provare le vetture Jeep Autonomy in condizioni off road, ed un giro del circuito dedicato ai bambini del Gaslini a bordo di vetture Jeep con un pilota professionista. Circa 40 piccoli ospiti dell’ospedale genovese potranno così uscire dall’ordinaria degenza e vivere una giornata di svago.
L’intuizione della mototerapia creata in questi anni da Vanni Oddera ha lanciato un messaggio straordinario: tutto è possibile a tutti. Naturalmente prendendo le dovute cautele. Il concetto si prefigge di far vivere esperienze “forti” come cavalcare una moto da cross. Ma perché non estendere il progetto ad altre esperienze legate al mondo dei motori? Nasce così l’idea: regalare emozioni a bordo di una Jeep. “Per una volta anche persone affette da disabilità potranno guidare e divertirsi su un vero percorso off-road: un evento dove tutti potranno essere ‘uguali’ sulle macchine e divertirsi – spiega Vanni Oddera – Verranno coinvolti anche i bimbi del Gaslini, che potranno trascorrere una giornata al mare respirando aria pulita e nel contempo ‘sgommare’ su macchine potenti. Un’iniezione di adrenalina, una delle classiche giornate che vivo io quotidianamente. Per me sono diventate comuni, ma so che sono speciali: per questo le voglio condividere con gli altri”.
“Questo evento costituirà un po’ il ‘timone’ di tutto ciò che faremo con il progetto Maremoto – prosegue Oddera – L’obiettivo in questo caso è sensibilizzare persone che hanno attività commerciali o di intrattenimento, che verranno messe a disposizione gratuitamente a persone disabili e ai piccoli pazienti del Gaslini. Sarà una goccia che riempirà questo ‘Maremoto’ di bellezza”. L’obiettivo è quello di dare vita ad un appuntamento annuale: “Devo ringraziare tanti sponsor, ma in particolare il Mare Hotel perché è la prima attività a Savona a crederci veramente – conclude Oddera – Sta facendo grandi cose, ed è meraviglioso che tutto questo ‘Maremoto’ nasca nella terra in cui sono cresciuto”.
Gli fa eco Tiranini: “Maremoto per me è l’inizio di una collaborazione con Vanni che ha un significato profondo. Quando si parla di persone e bambini in difficoltà tutti siamo dispiaciuti, però poi concretamente in pochi fanno qualcosa: a volte è indolenza, a volte semplicemente non si sa cosa fare. Sogno che ‘Maremoto’ inizi un processo che aiuti queste famiglie e dia l’esempio. Magari qualche collega ci seguirà e potrà nascere una rete che dà sollievo a persone in difficoltà. Quando abbiamo spiegato il nostro intento allo staff erano tutti entusiasti, volevano sapere come aiutare… il buono nelle persone c’è, bisogna solo indirizzarlo verso qualcosa di produttivo e poi far sì che venga emulato da altre persone”.