Genova. Oltre seimila firme in una settimana per dire sì al Terzo Valico. È questo il risultato della petizione on line, lanciata attraverso il portale Change.org da Giorgia Mannu, Claudia Basso, Milena Laviosa e Davide Viziano. “Avevamo pensato di arrivare a cinquemila – ha spiegato Viziano – ma vista la rapidità con la quale sono state raccolte abbiamo tenuto la petizione in line per una settimana raggiungendo il numero di 6649”.
Un risultato numericamente importante, ma soprattutto un messaggio che arriva dal mondo della società civile alla politica. “Come diceva Andreotti, io credo che le firme non solo si contino ma si pesino – prosegue l’imprenditore edile Viziano – e il mondo dell’impresa, delle associazioni, delle istituzioni, ha firmato. E oltre alle firme sono arrivati anche messaggi molto secchi che dicono basta chiacchiere, vediamo di fare le cose sul serio”.
I promotori della petizione, quindi, hanno fatto un piccolo calcolo per capire che cosa potrebbe costare interrompere il terzo valico. “I costi sono ovvi – spiega – a partire dalle penali da pagare alle imprese, le casse integrazioni, oltre a tutti i lavori che sono stati fatti per circa 2 miliardi già spesi. Il danno che deriverebbe da uno stop del terzo valico è stato stimato in circa 2,5 miliardi di euro”.
Dal punto di vista politico, però, il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, pensa sia molto difficile che qualcuno possa decidere di bloccare l’infrastruttura. “Escludo che qualsiasi governo possa fermare questa opera strategica per il paese – ha spiegato – e i Cinquestelle, qualunque cosa dicano, hanno in Parlamento voti importanti, ma non sufficienti a cambiare il modello di sviluppo del nostro paese. Non credo che ci siano le condizioni politiche, economiche, neanche di buon senso perché questa si possa interrompere”.
Dello stesso parere il Sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha ricordato come l’opera sia fondamentale per uscire dall’isolamento. “Questo è un bel segnale – ha spiegato – perché queste firme fanno vedere che i cittadini sono interessati allo sviluppo della città e a condividere nostra visione, che è quella di fare in modo che Genova ritorni a essere la prima città del Mediterraneo. Questa infrastruttura è una componente fondamentale – conclude Bucci per poter arrivare a quei livelli di produttività, efficienza e sviluppo economico che che noi vogliamo”.