Genova. Un plico contenente decine di scontrini e ricevute sarebbe comparso qualche giorno fa sulla scrivania della consigliera regionale del M5S Alice Salvatore. A recapitarlo un “corvo” che accusa chi finora era rimasto indenne dalle inchieste sulle cosiddette “spese pazze”.
La documentazione è relativa a un ex consigliere regionale. La capogruppo dei pentastellati Salvatore, tramite il legale Daniele Pomata ha presentato un esposto ora in mano al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati il quale sta valutando se aprire una inchiesta.
“Queste erano fatture volutamente nascoste” scrive la talpa nel foglio che accompagna la documentazione. Il periodo di riferimento sarebbe della legislatura 2010-2015. Nell’esposto vengono citati scontrini per acquisti in note pasticcerie o bar, soggiorni in hotel in centro a Genova, fatture per promozioni pubblicitarie su giornali e una spesa di 2.500 euro per “restyling sito web”.
Se l’inchiesta dovesse prendere il via sarebbe l’ultima di una serie di indagini su rimborsi elettorali. Con le 19 richieste di rinvio a giudizio inoltrate a gennaio ad altrettante arriva a quota 62 il numero degli ex imputati o condannati per le inchieste “spese pazze” nel corso di due legislature: 2005-2010 (l’ultimo triennio, fuori da prescrizione) e 2010-2015.