Genova. Un sistema di monitoraggio della sicurezza sugli autobus, con la trasmissione delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza a bordo dei mezzi, in tempo reale, alla centrale operativa per segnalare immediatamente eventuali aggressioni, rapine, scippi o altri episodi di criminalità che si possano verificare a bordo dei mezzi pubblici.
Una sperimentazione di questa nuova tecnologia, proposta da Leonardo (ex Finmeccanica), che aggiorna il sistema di monitoraggio SiMon già installato sugli autobus Amt, scatta in questi giorni su un veicolo della flotta dell’azienda di trasporto pubblico genovese. La presentazione del progetto si è svolta stamani nella sede di Amt.
“Si tratta di un test sulla fattibilità economica e pratica dell’adozione del sistema – spiega Marco Beltrami, amministratore unico di Amt – cerchiamo di capire per esempio quanto possa venire a costare in termini di personale e contratti di telefonia, ma anche se la rete di trasmissione consenta una copertura adeguata, se la sperimentazione andrà bene potremo ampliare il test a più mezzi che sono già predisposti e che sono al momento 79”.
“Il nostro obbiettivo è dotare gli utenti e i lavoratori di un servizio di trasporto più sicuro – afferma i vicesindaco e assessore alla Mobilità del Comune di Genova Stefano Balleari – questa tecnologia è già operativa sulla rete di trasporto cittadino a Buenos Aires, 2000 autobus monitorati, con successo”.
“Alla luce anche dei recenti fatti di cronaca avvenuti – continua Stefano Garassino, assessore alla Sicurezza – abbiamo trovato il modo di dare una risposta veloce alle esigenze dei cittadini e degli autisti, pensiamo soprattutto ad alcune linee notturne dove le persone rinunciano a viaggiare per paura”.
Uno degli ultimi casi è avvenuto lo scorso 8 febbraio. Su un 607, nel giro di poche ore, si è verificata una rapina violenta e poi un aggressione verbale e danneggiamenti da parte di un gruppo di giovani ubriachi (ne avevamo parlato qui).
La presentazione di questa mattina nella sede Amt di via Bobbio non è piaciuta per niente, però, ai sindacati. Ad alcune sigle, almeno, che si sono presentate “senza invito” alla conferenza stampa convocata per raccontare la sperimentazione. “Non tanto nel merito quanto nel metodo – afferma Luca Lagormarsino, Ugl Trasporti – abbiamo saputo di questo nuovo sistema per caso, e sono invece anni che portiamo avanti tavoli sulla sicurezza”.
“Abbiamo chiesto che in futuro possa esserci una migliore comunicazione – fa eco Antonio Cannavacciuolo, Uiltrasporti – anche perché i lavoratori ci hanno chiesto delucidazioni in materia. Non solo, sicuramente i dipendenti potrebbero offrire spunti tecnici interessanti per migliorare il sistema”.
Secondo Edgardo Fano (Faisa Cisal): “Si sta parlando del nulla, questo sistema di sorveglianza non porta nulla di nuovo. La sorveglianza via telecamere esiste già, con registrazioni fino a 72 ore, inoltre abbiamo raggiunto recentemente un accordo con il garante della privacy per installare sistemi cosiddetti ‘road scan’, che possano registrare internamente ed esternamente al bus su input del conducente, qui si tratta di inviare registrazioni in tempo reale alla centrale operativa, ma quante persone bisognerebbe assumere per controllare contemporaneamente tutte le linee?”.
Non solo. I sindacati sono ancora preoccupati per la lentezza del processo che dovrà portare all’affidamento ‘in house’ del servizio di trasporto pubblico ad Amt e hanno chiesto un incontro urgente, dopo il weekend pasquale, a Comune di Genova e azienda. “Per ora abbiamo dimostrato grande pazienza – dice Fano – ma se sarà necessario cambiare registro lo faremo”.
I numeri. Sono stati 27, nel 2017, i casi di aggressione ai danni di autisti o di verificatori dei titoli di viaggio registrati a bordo di autobus e mezzi Amt. Una cifra che comprende sia le aggressioni vere e proprie sia i contatti fisici, come spintoni o schiaffi e che non tiene conto invece di eventuali casi di violenza nei confronti dei passeggeri. Il dato è stato fornito a margine della presentazione della sperimentazione sui bus di un nuovo sistema di telecamere real time per garantire maggiore sicurezza.
“Una cifra che va messa in relazione con circa 13 mila corse in media al giorno – dice Marco Beltrami, amministratore unico di Amt – ricordando che noi monitoriamo quotidianamente tutto quello che accade sui nostri mezzi grazie a una procedura interna di compilazione moduli da parte del personale di bordo. Questi moduli ci consentono di capire dove e quando si possono verificare i problemi più frequenti”.
La quota annuale di aggressioni ad autisti e “controllori” sui bus nel 2017 è stata più alta rispetto a quella registrata nel 2016 (erano state 20) e nel 2015 (23) ma più bassa rispetto alle 33 aggressioni del 2014. In caso un autista o un verificatore venga danneggiato Amo si costituisce parte civile. Inoltre il personale di bordo è tenuto a seguire, tra i corsi di aggiornamento, alcuni moduli dedicati alla gestione di situazioni di rischio nel rapporto con gli utenti, mirati alla prevenzione di casi di violenza. Non vengono invece realizzati corsi d’aggiornamento di difesa personale.