Genova. “A Fascia abbiamo preso il 60% dei voti, a Torriglia, nel feudo di Burlando, il 30%”. Basterebbero questi due dati per capire che gli equilibri politici sono cambiati, ribaltati, in Liguria e a Genova. A snocciolare i dati relativi alle preferenze percentuali ottenute dalla Lega nei vari comuni della Liguria è Edoardo Rixi, neo eletto deputato, grazie al suo inserimento nelle liste per il proporzionale.
“Abbiamo cambiato colore alla Liguria”. La Lega passa dall’avere zero ad avere sei parlamentari a Roma. Dal 2,6% di preferenze del 2013 al 20% di oggi (20% alla Camera, 20,4% al Senato).
Sono sicuramente Stefania Pucciarelli, consigliere regionale, e Paolo Ripamonti, assessore alla Sicurezza del Comune di Savona, poi Sara Foscolo, ex vicesindaco di Pietra Ligure, probabilmente Francesco Bruzzone, altro consigliere regionale (ma dipende se Matteo Salvini sarà eletto in Liguria, nel qual caso Bruzzone andrà al suo posto in europarlamento), lo stesso Edoardo Rixi e Flavio Di Muro. Se quest’ultimo rinunciasse al posto a Roma per ricoprire quello di assessore allo Sviluppo economico lasciato vuoto da Rixi, in parlamento andrebbe la ex sindaca di Albenga Rosy Guarnieri.
“L’unico rammarico è quello di non aver centrato neppure un collegio uninominale a Genova”, afferma Rixi, che era candidato al maggioritario in quello di Genova Bargagli. L’esponente del Carroccio commenta l’exploit pentastellato citando più gli errori degli alleati e degli avversari del Pd che non le qualità degli M5S. “La Lega su Genova è cresciuta rispetto alle Comunali, tenendo conto dell’aumento dei votanti, ma non la coalizione. Secondo noi hanno influito negativamente le apparizioni televisive di Berlusconi. L’elettorato genovese, così come quello di città come Savona e La Spezia, con una tradizione di sinistra, antiberlusconiana, ha pensato che il cambiamento sarebbero quindi stati i Cinquestelle”.
Per Rixi è stata anche “colpa” del Pd: “Se Pippo Rossetti avesse preso un paio di punti in più avrei vinto io il collegio – dice – nessuno avrebbe pensato a un distacco del genere. Credo che il Partito Democratico abbia completamente sbagliato campagna, ha candidato persone che non godevano della fiducia dei cittadini, ha parlato di antifascismo per un mese e non mi pare che questo abbia portato grandi risultati. Dopodiché non ho nessun imbarazzo nel dire che in democrazia i cittadini hanno sempre ragione e quindi con il M5S bisognerà fare i conti”. (Poi aggiunge che “Alcuni candidati sono stati scelti con la lotteria di capodanno”, segno che la stima interpartitica ancora può fare parecchi passi avanti).
In che senso, e fino a che punto, la Lega – e il centrodestra – dovranno fare i conti con il Movimento 5 Stelle? Apparentemente l’ipotesi di un’alleanza strumentale è fuori gioco secondo Rixi. “Su alcuni temi può esserci un dialogo, sull’Europa per esempio – dice – ma non su altri, soprattutto sulle grandi opere e sullo sviluppo, pensiamo a quello che ha detto Di Maio sul Terzo valico. Ci sono almeno 3 o 4 punti sui quali loro non ci sentono, e quindi dubito ci sarà la possibilità di una collaborazione“.
E ora cosa succede in Regione? L’assessore e braccio destro di Toti Edoardo Rixi dubita ci saranno grossi stravolgimenti. “Gli equilibri da noi funzionavano già molto bene – afferma – non abbandoniamo la Liguria ma andiamo a Roma a portare avanti le sue istanze”. Un modello collaudato – in Regione e anche in Comune a Genova – quello di un centrodestra a trazione leghista. “Auspico che questi equilibri semmai prendano piede a livello nazionale”, afferma Rixi. “Perché sul risultato di queste elezioni siamo soddisfatti, certo, ma perché noi abbiamo fatto la nostra parte e anche di più, se gli alleati avessero ottenuto qualche percentuale maggiore non saremmo oggi qui a parlare di come costruire una maggioranza di governo, da Forza Italia a Noi Con l’Italia, brava gente, ma insomma abbiamo visto il risultato”.