Post elezioni

Post elezione politiche, cosa accadrà ora

Lo scorso 4 marzo c’è stata la chiamata al voto per gli italiani, argomento su cui gli scorsi giorni si è tanto dibattuto e sul quale, a freddo, è bene fare il punto.

seggi elezioni 2018

Gli aventi diritto si sono espressi sul rinnovo del Parlamento – il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati –. Queste votazioni sono arrivate in anticipo rispetto al normale iter, poiché, in seguito allo scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (avvenuto nel giorno 28 dicembre 2017), la XVII legislatura si è conclusa in anticipo, rispetto alla data prevista del 15 marzo 2018.

Televisioni e giornali non hanno fatto che parlare di questo argomento, tra dibattiti all’ultima parola e varie interviste, spesso “accese”, ai diversi candidati in competizione.

Durante la campagna elettorale è stato sempre alto e caldo l’interesse degli italiani. Non sono mancate, e non mancano, statistiche e sondaggi più disparati anche se, come la storia insegna, è sempre necessario attendere la chiusura delle urne e gli scrutini per conoscere i nuovi rappresentanti delle due Camere, nonché tutte le ulteriori decisioni dovute all’esito elettorale.

Ricordiamo comunque che gli italiani sono stati chiamati a votare per eleggere i 630 deputati e i 315 senatori della XVIII legislatura, secondo il cosiddetto Rosatellum bis, ovvero la legge elettorale del 2017, applicata in queste votazioni per la prima volta in sostituzione della precedente. Il sistema elettorale utilizzato in questa ultima elezione era misto.

Vediamo come è, in generale, organizzato e strutturato, cercando di semplificare il più possibile:

  • il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è ripartito in base al sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali.
  • il 61% dei seggi ( 386 e 193 rispettivamente) sono assegnati in modo proporzionale tra le coalizioni e le liste (previo superamento della soglia minima di sbarramento). I seggi in questione sono ripartiti a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato.
  • 12 deputati e 6 senatori sono infine stati eletti con sistema proporzionale in base al voto degli italiani che vivono all’estero.

Durante queste votazioni in particolare, alcune difficoltà durante il voto e lo scrutinio si sono riscontrate a causa delle nuove modalità predisposte, e in particolare in riferimento al bollino antifrode applicato sulla scheda elettorale, quest’anno più grande relativamente al formato e dunque anche più difficile da piegare (queste novità hanno portato evidenti ritardi in vari seggi, specie in quelli più affollati).

Politiche 2018: lo scenario

C’è stata dunque grande attesa per l’esito di queste elezioni, poiché, come è chiaro, il nuovo scenario della politica italiana può modificare le sorti del nostro paese e gli equilibri internazionali.

Anche i bookmaker inglesi si sono interessati alle quote dei partiti politici nostrani, cercando di intercettare le preferenze politiche degli italiani. In particolare gli operatori britannici erano interessati al partito in grado di ottenere il maggior numero di seggi alla Camera dei Deputati (l’interesse era minore per i seggi al Senato, in generale, e per la coalizione di appartenenza dei candidati).

I bookmaker in Italia, una cui lista può essere trovata qui, – non hanno avuto lo stesso acceso interesse rispetto alle scommesse legate alla politica (la preferenza è per lo sport e per lo spettacolo).

Ma vediamo i risultati, e alcuni possibili scenari futuri, vista l’ingovernabilità dovuta a M5s come primo partito e a centrodestra come prima coalizione. Importante il risultato della Lega, che ha superato Forza Italia e la disfatta del Pd.

I  deputati Cinquestelle saranno 221, mentre il Centrodestra conta 260 seggi, di cui 109 attribuiti con l’uninominale (ben 73 seggi sono dovuti al successo della Lega in queste elezioni). Al centrosinistra vanno  invece 112 seggi. A Liberi e Uguali spettano infine 14 seggi,.

Al Senato il centrodestra avrà 135 senatori, mentre ai Cinquestelle vanno 112 seggi. Il centrosinistra conquista invece 57 seggi. A Liberi e Uguali, infine, sono stati attribuiti 4 seggi.

I pronostici internazionali sono dunque stati in parte rispettati.

Anche l’affluenza al voto non era semplice da stimare: dal 2013 in poi le diverse tornate elettorali in Italia  hanno registrato un netto calo di votanti (alle elezioni europee del 2014 l’affluenza è scesa di ben 9 punti rispetto a quelle precedenti, mentre in Sicilia, in occasione delle votazioni regionali, il voto è stato inferiore al 50%, con una percentuale del 46,76%).

Alla fine, secondo i dati ufficiali del Viminale, i risultati sono stati buoni: la percentuale definitiva degli elettori che si sono recati alle urne è stata:

  • Camera dei deputati 72,93%
  • Senato della Repubblica 72,99%
  • Regionali (dato complessivo) 70,57%

Il dato è confortante per quanto riguarda l’attenzione e l’interesse degli italiani alla vita politica del Paese, ma per sapere gli ulteriori sviluppi è necessario attendere una decina di giorni, quando saranno noti i nomi dei successori degli attuali presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Boldrini e Grasso.

Tra i favoriti Giorgetto, ex capogruppo della Lega, il giornalista Carelli per i 5 Stelle e l’ex ministro Gelmini (per Forza Italia). Per il Senato i nomi più papabili sono quelli di Calderoli, Crimi e anche Emma Bonino.

Staremo a vedere, anche perché, secondo molti, parlare di grandi intese è prematuro.

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