Briciole di pane???

Massimo Bottura, sarai uno dei migliori chef del mondo ma questa cosa non è pesto

Analisi semiseria della ricetta svelata a un magazine americano dal fondatore de L'Osteria Francescana. Per noi genovesi il pesto è uno solo, ma forse il cuoco superstar si può perdonare

Bruco, il degrado del fratello minore

Genova. Diciamo che si salva perché – e ci mancherebbe altro – non lo chiama “pesto alla genovese”, però, proprio alla vigilia della Settimana del pesto a Genova e in Liguria (tante iniziative per chiedere che il pesto al mortaio sia inserito nella lista dei Beni immateriali dell’Umanità Unesco), la ricetta del pesto fornita da Massimo Bottura è irritante come il suono delle unghie su una lavagna.

Massimo Bottura, per chi ancora non lo conoscesse in un’era in cui i cuochi sono ormai delle superstar, è uno degli chef più famosi al mondo. Il suo ristorante, Osteria Francescana (Modena), è stato in passato definito il migliore del pianeta. Per prenotare un tavolo, sono necessarie diverse settimane, se non mesi, e il menù è celebre per essere oltre che stupefacente anche particolarmente esoso.

Bottura ha fornito la sua personale ricetta del pesto – “very italian”, dice – all’edizione internazionale della rivista Vice, in particolare alla sua rubrica di cucina “cool” Munchies. Il video? E’ questo:

Basilico, olio extravergine di oliva, parmigiano reggiano – e fin qui ci siamo – però poi finiscono nel frullatore foglie di menta e crescione (accidenti, è proprio di menta che il pesto NON dovrebbe sapere), prezzemolo e briciole di pane. Così non si spreca nulla, vero chef?

Scherzi a parte, se volete provare la ricetta – pubblicata anche nel libro Bread is Gold – eccola:

200 grammi di foglie di basilico
50 grammi di prezzemolo
120 grammi di foglie di menta
25 grammi o mezza tazza di briciole di pane raffermo
2 spicchi d’aglio
2 cucchiai di olio Evo
50 grammi generosi di parmigiano reggiano
1 cucchiaio di sale
Frullare il tutto in un frullatore, insieme a qualche cubetto di ghiaccio per evitare che le foglie si ossidino e perdano il loro colore brillante. Condirci la pasta (lui usa dei fusilli secchi), aggiungendo altro parmigiano.

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