Débacle

Elezioni 2018, tracollo del Pd ligure che passa da 14 parlamentari del 2013 a soli 3

I ministri liguri Pinotti e Orlando saranno rieletti ma solo grazie ai seggi sicuri fuori dalla Liguria

paita guccinelli tirreno power

Genova. E’ un tracollo quello del Pd ligure che dal 2013 ad oggi passa da 14 parlamentari eletti in Liguria (diventati 13 nel corso della legislatura con l’uscita di Luca Pastorino) a soli tre parlamentari. Gli scrutini sono ancora in corso ma i dati sembrerebbero abbastanza certi: nessun parlamentare del Pd viene eletto nei collegi uninominali né alla Camera né al Senato. Restano quindi fuori dal parlamento i candidati Luigi De Vincenzi (Savona), Yuri Michelucci (La Spezia), Anna Russo (Sanremo), Gian Luigi Granero (Savona), Mario Tullo (Genova – Serra Riccò), Pippo Rossetti (Genova – Bargagli), Rosaria Augello (Genova – Rapallo), Massimo Caleo (La Spezia).

Non sarà eletta in Liguria ma sarà eletta in Piemonte, dove è capolista per il Senato, il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando sarà invece eletto in Emilia dove è capolista alla Camera nel collegio Parma-Piacenza-Reggio.

Tornando agli eletti in Liguria per quanto riguarda il collegi plurinominali al momento solo i capilista hanno la certezza di entrare in Parlamento: si tratta di Franco Vazio e Raffaella Paita per la Camera e di Vito Vattuone per il Senato. Per avere la certezza che non scatti un altro posto alla camera occorrerà tuttavia attendere il riepilogo nazionale.

Dagli ex parlamentari uscenti quindi tornano a Roma solo Vazio e Vattuone mentre la consigliera regionale Raffaella Paita sarà l’unica a lasciare via Fieschi per un posto da deputato. Dicono addio o almeno arrivederci al Parlamento Mario Tullo, Anna Giacobbe,Lorenzo Basso e Massimo Caleo.

I segretari genovese e ligure, prima di commentare ufficilamente la débacle attendono la conferenza stampa di Matteo Renzi. A fare un primo commento è il candidato Mario Tullo sulla sua pagina facebook. “Abbiamo pensato e dato vita al PD dieci anni fa dicendo che lo facevamo per le nuove generazioni ma questo partito oggi non piace a loro e non solo a loro – ammette il deputato uscente – La temuta ulteriore ondata astensionistica non c’è stata, oltre il 70% di italiani é andato alle urne, il popolo si é espresso e l’ha fatto in modo netto dissentendo delle nostre scelte, dai nostri governi, e dalla nostra arroganza”.

“La delusione è anche personale, non sarò tra i protagonisti della prossima legislatura, e auguro a Roberto Traversi del M5S, che é stato premiato dagli elettori del collegio buon lavoro. Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto, mi spiace non essere riuscito a fare meglio. Questa mattina un commento ad un mio post diceva : “a casa……parassita”. A casa sì, parassita no – dice ancora Tullo – Penso di aver servito con onestà la Repubblica Italiana in questi dieci anni e di questo ringrazio chi me ne ha dato la possibilità, elettori e partito. Penso di aver rappresentato il nostro territorio, la nostra realtà produttiva ed economica a partire da quella del porto garantendo leggi e finanziamenti anche a quel lavoratore che mi ha definito parassita”.

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