Genova. “Siamo di fronte all’ennesima azione di propaganda da parte di questo Comune schizofrenico che che non porterà da nessuna parte. Da una parte abbiamo il sindaco Bucci che fa il carabiniere buono, dall’altra Garassino che fa il carabiniere cattivo. In mezzo ci sarebbe l’assessore deputato a occuparsi di immigrazione che non sappiamo bene cosa stia facendo”. E’ il commento del presidente di Arci Liguria Walter Massa dopo l’approvazione da parte della giunta Bucci della modifica del regolamento di polizia municipale per l’applicazione del Daspo urbano con una particolarità.
Nelle aree del centro storico, del Porto antico e di piazza della Vittoria dove entro un mese o poco più (tempo che la delibera passi il vaglio del consiglio comunale) anche chi rovista nei cassonetti sarà passabile di multa e, in caso di mancato pagamento, di Daspo, che consiste in un allontanamento per 48 ore dal territorio dove è stata commessa l’infrazione.
“Il Comune sta smantellando nel bilancio i servizi sociali ed è questo il vero problema – attacca Massa – ora che la campagna elettorale è finita c’è bisogno di fare cose davvero utili e non questa propaganda perché credo che non ci sia alcun genovese che ritenga che il problema della città sia la gente che rovista nei cassonetti”.
Anche Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto non lesina critiche alla giunta: “Questa giunta è bravissima a comunicare cose che non fanno e che non sono fattibili, e in particolare lo è l’assessore Garassino, perché multare i mendicanti non produce nulla come effetto. Quando avremo la delibera poi vedremo se questa sarà impugnabile, ma ciò che balza agli occhi senza aver letto il testo è il fatto che siano bravissimi a comunicare provvedimenti inapplicabili: chiacchiere senza distintivo insomma”.
Una valutazione tecnica, in assenza del testo della delibera, non è al momento possibile, spiegano gli avvocati di strada che sono comunque pronti a intervenire: “Come avvocati idi strada – spiega Emilio Robotti – se rileveremo nel provvedimento un qualche profilo che mira a colpire la povertà in quanto tale lo impugneremo come abbiamo già fatto di recente con un Comune del bolognese dove un’ordinanza mirava a colpire l’accattonaggio in quanto tale, mentre la legge lo distingue chiaramente da quello molesto”.
Misurata ma decisa la reazione della comunità di Sant’Egidio che puntualizza: “A noi non interessa entrare nella micro-polemica su un singolo provvedimento di cui non conosciamo nei dettagli i contenuti – spiega Sergio Casali – ma valuteremo al momento opportuno l’operato di questa giunta sulla base per esempio degli stanziamenti e dei progetti relativi al sociale”.
Ma la comunità di Sant’Egidio che, solo per fare un esempio, a Natale di quest’anno a Genova ha fatto sedere a tavola 7 mila poveri, chiarisce il suo punto di vista se ci fossero dubbi: “In questa città tutte le giunte parlano tanto dei poveri mentre a noi interessa fare una lotta alla povertà, così come si parla tanto di una lotta al degrado, mentre a noi interessa la lotta al declino perché è questo il vero rischio per questa città. E’ evidente – conclude Casali – che una città non dovrebbe considerare come degrado chi rovista nei cassonetti ma preoccuparsi di fare qualcosa per chi è costretto a farlo”.
Si schiera contro la misura del Comune anche il Pd. “Trovo inaccettabile usare il metodo della punizione per contrastare la povertà estrema di chi umiliandosi cerca nei cassonetti di che vivere – dice Cristina Lodi, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale – invece che fare provvedimenti di propaganda la giunta Bucci si occupi dei poveri della città. Ha a disposizione la prima misura di contrasto alla povertà varata dal governo che ancora oggi non trova la sua vera applicazione”. “L’assessore Fassio – continua Lodi –
invece che farsi sempre sopraffare dalla politica dell’assessore Garassino aspettiamo che si impegni con serietà su questo fronte”.