Giovani solidali

Cento studenti all’incontro di Genova solidale: “I razzisti? Dovrebbero studiare un po’ di più”

Tanti gli interventi da parte delle scuole: dopo il corteo del 9 febbraio è nato un coordinamento degli studenti

Bruco, il degrado del fratello minore

Genova. Sono stati quasi un centinaio gli studenti delle scuole genovesi che mercoledì pomeriggio hanno partecipato all’incontro organizzato all’Università dalla rete Genova Solidale, di cui fan parte tra gli altri la Cgil e l’Anpi.

Un appuntamento organizzato per presentare un progetto concreto di accoglienza a sindaco e prefetto concordato con 3 istituti tecnici per fare corsi professionali di 3 mesi a classi di 15 rifugiati. Ma l’incontro è stata anche un’occasione per coinvolgere insieme più generazioni, a partire proprio dai giovani.

Dopo il corteo antirazzista del 9 febbraio, organizzato da diverse scuole genovesi insieme ai Comitati antirazzisti, è nato un coordinamento: “L’obiettivo è quello di fare da punto di riferimento per eventi e iniziative – racconta Silva del Klee-Barabino, tra le promotrici del corteo di febbraio – ed esserne gli studenti attivi che si coordinano. Il secondo obiettivo è continuare la battaglia contro il razzismo soffermandosi sul tema della solidarietà e dell’accoglienza e quant’altro”. Ben otto gli interventi degli studenti, dal Barabino al Klee di Quarto, dal Gobetti al Vittorio Emanuele, dal Fermi al Pertini, dal nautico San Giorgio al Colombo.

“Il corteo del 9 febbraio è stato un giorno di lotta solidale – ha spiegato Silvia nel suo intervento centrato sul paradosso del ‘razzismo. “Scientificamente non esistono le razze ma esiste il razzismo – ha detto – non penso che il razzismo sia un problema di ignoranza ma è vero che i razzisti dovrebbero studiare un po di più. dai dati sulla demografia della nostra città a quelli sugli sbarchi, perché parlare di invasione èuna bufala pazzesca”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.