Genova. Dopo mesi di indagini, forse è arrivata la svolta per la “spaccata” di Leroy Merlin, il furto che nella notte tra il 10 e l’11 agosto scorso contò un bottino di oltre 50 mila euro, tra articolo e contatti sottratti, grazie ad un buco fatto a colpi di mazzetta nel muro perimetrale della struttura.
I carabinieri già nei giorni successivi ai fatti, erano riusciti a recuperare delle immagini grazie a delle telecamere di sorveglianza, individuando un furgone bianco che si accostava in retromarcia nel punto esatto dove poi sarebbe stato trovato il varco.
Questo furgone bianco è divenuto poi una traccia importante per le indagini: durante il lavoro per un’inchiesta parallela su un possibile favoreggiamento alla latitanza, che vedeva coinvolto una cittadino cileno e sua moglie, veniva infatti notato lo stesso furgone.
Un caso? Difficile crederlo, devono aver pensato gli agenti, visto che da quel dubbio sono andati a controllare i tabulati dell’indiziato, scoprendo che nella notte del furto la traccia della connessione telefonica era compatibile con una eventuale presenza nell’area di Leroy Merlin in quegli stessi orari.
Veniva quindi effettuata una perquisizione domiciliare durante la quale si trovavano alcune telecamere, risultate rubate da Leroy Merlin, nonché una mazzetta da 3 kg. Posto agli arresti domiciliari, però, lo scorso mese l’uomo è “evaso” manomettendo il braccialetto elettronico, per cui al suo “rientro” è stato portato in carcere in custodia cautelare, su disposizione del Gip, in attesa del processo.