Gara massacrante

Una nuotata di 57 chilometri nel Rio Paranà: Edoardo Stochino per la settima volta alla Santa Fè-Coronda

L'allenatore Filippo Tassara: "È una gara devastante perché è di testa"

Genova. Nuotare per 57 chilometri in un fiume è di per sé un’impresa, se poi si tratta di una tappa del circuito della Coppa del Mondo di Gran Fondo, nell’argentino Rio Paranà, non bastano gli aggettivi.

E c’è chi come Edoardo Stochino, campione tesserato per Nuotatori Genovesi e Polizia, della Santa Fè-Coronda ne ha nuotate sei. Quella di domenica prossima sarà la settima.

Alla vigilia della partenza è ancora alle Piscine di Albaro a rifinire la preparazione.

Edoardo, sei pronto?
“Cerchiamo di ripartire con il piede giusto. Sono un veterano di questa competizione, per tre volte terzo, poi quinto, due secondi posti, cerco il risultato più grande e non mi sono ancora stancato”.

Perché?
“È particolare, emozionante, in un clima completamente diverso rispetto a quanto succede nel continente europeo. E’ molto seguita dal pubblico: si parte da Santa Fè e si arriva a Coronda dopo 57 chilometri, e lungo tutto il percorso c’è sempre gente ad incitare gli atleti. Per loro chiunque partecipa è comunque un campione, nuotare per quasi nove ore è impegnativo”.

Come ti sei preparato?
“Con tanti chilometri, cercando di amministrare i carichi, considerando l’età, dobbiamo spostare la gestione della gara più sull’esperienza che sulla forza fisica. Ci vuole risparmio energetico da subito, ogni quarto d’ora siamo assistiti da una barca d’appoggio per ripristinare le quote, carboidrati e sali minerali, ma io non riesco mai a mangiare durante tutta la gara, posso solo bere”.

Gli avversari?
“Il fiume, cioè le condizioni nelle quali si svolge la gara; gli avversari, il macedone Evgeny Pop Acev, con lui ci scorniamo, ogni volta, e l’argentino Damian Blaum; i piranha che ha causa delle alte temperature si sono avvicinati ai centri abitati per cercare cibo, ma noi saremo nuotatori, ci sappiamo difendere”.

Hai il sorriso e ti luccicano gli occhi.
“Io per vivere nuoto, cosa posso chiedere di più, anche nei momenti più difficili, non posso fare a meno del sorriso, penso di essere un privilegiato e mi godo queste esperienze il più a lungo possibile. Vorrei poter dare alla Nuotatori Genovesi e alla Polizia, che ringrazio per come mi seguono mettendomi sempre nelle condizioni migliori, una bella gioia”.

Filippo Tassara, allenatore di Edoardo e presidente onorario della società genovese, non è fkisicamente con il “suo” ragazzo e seguirà la gara in streaming.

Ci siamo.
“Sì, quella è una gara straordinaria, seguita da 120.000 persone che si snodano sul Rio Paranà. È la domenica di Carnevale, gente sulla riva e barche in acqua, mascherati, quando si passa da Santo Tomè c’è una comunità di italiani che alla vista del tricolore impazzisce. Edoardo è preparato e ha lavorato bene. Ha una tale esperienza dalla sua parte da sfruttare. Questa è una gara di resistenza, di tattica, di attesa, di decisioni da prendere nel momento giusto. È difficile, impegnativa, nuoti per quasi nove ore, un numero enorme di bracciate quindi la condizione fisica diventa determinante. La macchina deve funzionare alla perfezione, noi ci siamo occupati per darle la benzina. È una gara devastante perché è di testa”.

Con questa gara si entra nel cuore del World Grand Prix Fina, ovvero la Coppa del Mondo per distanze superiori ai 10 chilometri.
“Per i prossimi appuntamenti aspettiamo notizie dalla Macedonia, dal Canada e per la classica Capri-Napoli. Siamo in un momento di incertezza a livello organizzativo”.

Un messaggio a Edo.
“Vai con la ragione e con il cuore”.

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