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Merletti e donne nude, è “Vita, morte e miracoli”: in mostra a Villa Croce l’arte della silver age

Dedicata alla cosiddetta terza età la nuova esposizione nel museo comunale dove - presto - sbarcherà anche l'artista concettuale Daniel Buren

“Genova è il mondo del 2100 e questa mostra rappresenta proprio questo mondo”. Così Carlo Antonelli, curatore del Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, riassume la mostra manifesto ‘Vita, morte, miracoli – L’arte della longevità”, realizzata assieme a Anna Daneri che animerà il museo ‪da domani fino al primo maggio‬,

Genova col 28 per cento di over 65 anticipa l’invecchiamento del mondo hanno spiegato i curatori che, partendo proprio da questa previsione, hanno creato un percorso che mixa video di Jean Dupuy o performance di Renata Boero e Rodolfo Vitone con la nuova frontiera tecno fatta di cellule staminali, robot per salire creuze e diete anti-aging.

“Genova è un laboratorio e da parco immobile si trasforma in una miniera assoluta di futuro – dice Antonelli – L’alleanza tra ventenni e ottantenni sarà un’occasione di rinascita di una città che è sempre stata all’avanguardia di tutti i fenomeni. Perciò questa mostra pensa alla vecchiaia come ricchezza e abbina arte e tecnologia”.

Daneri, quindi, parla di “mostra immersiva in cui ogni artista ha avuto una stanza nella quale intervenire”.  Si parte dalla scala di un grigio “Silver age” nella quale ascoltare le interviste a scienziati, geriatri, designer e ricercatori.

Il percorso della mostra, poi, si snoda tra invideo di Jean Dupuy, diapositive di viaggio e meditazioni sulla vecchiaia di Lisetta Carmi, installazioni di Franco Mazzucchelli, Anna Oberto, Rodolfo Vito e e opere di Renata Boero, Corrado Levi, Elisa Montessori.

Nel corso della conferenza stampa é stato anche annunciata la nascita di una agenzia di viaggi dedicata all’arte contemporanea, che si chiamerà “Villa Croce” e o il ritorno a Genova dell’artista concettuale francese Daniel Buren, che ha accettato di riproporre nuovamente un’installazione realizzata nel 1976 in Galleria Mazzini. Un intervento con grandi drappi colorati che pendono dalle vetrate del soffitto, e che sarà realizzato previa ristrutturazione della Galleria”, e finanziato con una raccolta fondi fatta dai commercianti della zona.

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