Genova. C’è anche un italiano di 60 anni, dipendente pubblico, tra gli arrestati dell’operazione Red Bag, un’indagine avviata nel settembre 2016 dal commissariato Pré guidato dal dirigente Gabriele Sciarra. Nell’operazione, finalizzata a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti nel centro storico, sono finite in manette 8 persone (tra cui l’italiano finito agli arresti domiciliari) su ordinanza di custodia cautelare del gip Ferdinando Baldini, altre 15 arrestate in flagranza di reato nei mesi scorsi e 13 denunciati.
L’attività investigativa è iniziata nel settembre del 2016 con l’arresto di due nordafricani trovati in possesso di circa 15 kg di stupefacente (tipo hashish) occultati all’interno di un trolley rosso e destinati ad essere commercializzati nel centro storico.
Nei mesi successivi è stato avviato un intenso lavoro investigativo fatto di lunghi pedinamenti grazie ai quali si è riusciti ad individuare e tracciare un ramificato tessuto criminale attivo in tutto il centro storico con lo scopo di rifornire di cocaina e hashish i pusher locali. L’operazione coordinata dal sostituto procuratore Alberto Landolfi ha portato al sequestro in totale di 100 chili di droga tra hashish e cocaina e al sequestro di 50 mila euro
Fondamentale l’utilizzo delle telecamere occultate che hanno permesso di individuare gli appartamenti utilizzati come deposito dello stupefacente e di individuare gli spostamenti di spacciatori, vedette ed acquirenti in particolare in via Pré, vico Vegetti, vico dei Ragazzi e via di Canneto il Lungo.
Proprio in via Canneto l’italiano 60enne, funzionario della corte d’appello del Tribunale di Genova, aveva prestato agli spacciatori un appartamento in cambio di dosi di cocaina di cui era consumatore e aveva fornito i nomi di altri potenziali clienti.
Tramite le intercettazioni (oltre 100 le utenze intercettate) si è riusciti a comprendere che i gruppi, pur non stabilmente interagenti tra di loro, in maniera costante segnalavano gli uni agli altri la presenza degli investigatori nel loro raggio d’azione e in momenti di “penuria” prestavano lo stupefacente al gruppo che ne fosse stato sprovvisto. Pur non condividendo comuni affari un gruppo ha fornito – in almeno una occasione – alla compagine concorrente locali ritenuti sicuri per occultare la sostanza stupefacente
Fondamentale l’utilizzo delle telecamere occultate che hanno permesso di individuare gli appartamenti utilizzati come deposito dello stupefacente e di individuare gli spostamenti di spacciatori, vedette ed acquirenti.
Il servizio ha permesso di individuare anche i canali di rifornimento dello stupefacente basati in Lombardia (Brescia e Bergamo). Ad eccezione dell’italiano gli altri arrestati sono tutti nordafricani, di età compresa tra 25 e 45 anni, ben inseriti in centro storico pur essendo sostanzialmente disoccupati. Talvolta per stoccare la droga venivano utilizzati dei furgoncini parcheggiati in diverse zone della città: gli investigatori ci sono arrivati anche verificando attraverso Genova Parcheggi che non venivano pagati le soste di questi mezzi.
Altra particolarità del gruppo di spacciatori il fatto che quando la sostanza stupefacente veniva ritenuta di cattiva qualità veniva rimandata indietro.