Genova. Una storia di ordinaria truffa: l’adescamento con un regalo “incredibile”, il “commesso” incalzante, la clausola nascosta e la fattura da pagare.
Questi potrebbero essere i capitoli di questa storia, che ora vi raccontiamo, che ha visto come protagonista in negativo un normale cittadino genovese e la sua famiglia, caduto in una trappola spietata e “salata”.
Il signor P. la scorsa settimana riceve un messaggio inaspettato sul suo cellulare: il testo gli annuncia di essere il vincitore di un soggiorno di una settimana per 4 persone e che potrà ritirare il relativo coupon, valido un anno dalla consegna, recandosi insieme alla moglie il giorno 4 febbraio presso un hotel genovese di cui vengono date tutte le necessarie coordinate.
Il messaggio è firmato, e pur trattandosi di un nome sconosciuto, P. e la moglie decidono di credere nella fortuna e vanno a ritirare il premio seguendo le istruzioni dell’sms.
Il 4 febbraio però, all’arrivo presso l’hotel indicato, si trovano in una situazione inattesa: banchetti con merce in esposizione, decine di persone che osservano i prodotti e tante di queste già impegnate a concludere entusiasticamente quello che sembra l’affare del secolo.
Quando tornano a casa, non si capisce bene come, Pino e sua moglie non hanno solo in mano il famoso “viaggio premio” (che si è rivelato essere semplicemente il buono per il pernottamento in un albergo), ma anche un contratto che hanno sottoscritto per l’acquisto di un set di pentole a induzione, 2 copertine di lana e un tablet… il tutto per la modica cifra di 6.940 euro.
Ma non è finita qui. La sera stessa, al loro ritorno a casa, trovano un corriere già alla porta pronto a consegnare la merce. Entrano in casa, fanno entrare il corriere un po’ perplessi per tanta rapidità nel servizio (gli era stato detto poco prima che la consegna sarebbe avvenuta previo appuntamento), e devono ulteriormente stupirsi: il corriere si mette subito a spacchettare le cose per “fare una dimostrazione”.
P. e la moglie, a cui nel frattempo si è unita la figlia, spiegano che non è necessario, ma l’uomo procede (anche questo è un dettaglio importante). Prima di andarsene, con tutti gli imballaggi, riesce a farsi firmare un secondo contratto, tre assegni e due cambiali, privi di intestatario e data.
Quando il corriere se ne va sono le 22.00. Il mattino seguente, già alle 8.00, la figlia di P. – per nulla convinta di quanto è accaduto – prova a contattare telefonicamente società venditrice, vuole capire come dare disdetta, ne avrebbe tutto il diritto per ben 14 giorni dall’acquisto, ma non riesce a ottenere informazioni. Allora contatta il venditore che è stato a casa loro, il quale promette una chiamata dal suo responsabile, ma questa chiamata ovviamente non si verifica.
A fine mattinata, dunque, la figlia invia una comunicazione di recesso attraverso tutti i mezzi possibili: mail, raccomandata con ricevuta di ritorno e fax (questo risulterà inattivo). Seguono subito da parte della società venditrice diversi tentativi di farsi comunque pagare almeno 3.500 euro per la merce “già utilizzata”, ovvero quella che il corriere tanto premurosamente la sera prima aveva voluto spacchettare davanti a tutta la famiglia.
E così veniamo ai giorni scorsi, quando P. si è rivolto ad Assoutenti per denunciare l’accaduto ed essere tutelato in questa assurda vicenda. I legali di Assoutenti hanno già provveduto a contattare la società truffatrice per diffidarla dall’incassare i titoli a sue mani e a riconsegnarli entro 5 giorni, ed è probabile che questa scelga di rinunciare ad ogni pretesa: si tratta di un atteggiamento “accomodante” che spesso è utile a questo genere di soggetti per proseguire la loro attività con altri sfortunati clienti.
“Per questa ragione, immaginando che altre persone sul territorio ligure, e non solo, siano già cadute vittima dello stesso raggiro o possano incapparvi a breve – spiegano da Assoutenti in una nota stampa – pensiamo sia importante rendere noto l’accaduto e mettere in guardia quanti più cittadini possibile. Vogliamo soprattutto ricordare che chiunque abbia sottoscritto un simile contratto in condizioni simili ha pieno diritto a esercitare il diritto di ripensamento entro 14 giorni dalla sottoscrizione dell’acquisto”. E magari credere un po’ meno alle favole.