Genova. Quello dello scorso 30 dicembre non era il primo trasferimento di soldi che Mustafa Chaoubi, marocchino di 47 anni, faceva dall’Italia verso il Marocco. E’ quanto emerge dalle indagini della polizia di frontiera, coordinata dal pubblico ministero Gabriella Dotto, dopo l’ arresto dell’uomo la vigilia di capodanno in porto a Genova.
Chaoubi era stato fermato con l’accusa di riciclaggio perché il suo furgone era “imbottito” di soldi: oltre 400 mila euro nascosti in varie parti del mezzo appositamente ricavate. Ora si è scoperto che sarebbero almeno diversi i viaggi che il marocchino ha fatto, con cifre di poco inferiori, e in pochi mesi. Almeno così risulta dai timbri sul passaporto.
Chaoubi, la scorsa settimana durante l’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari Claudio Siclari, aveva detto che parte di quei soldi erano suoi e che un’altra quota era destinata ad altre persone di cui però non è riuscito a indicare i nomi.
Anche i venti telefonini e la dozzina di palmari, secondo il racconto dell’uomo, erano destinati a connazionali in patria. Il dubbio degli inquirenti è che invece Chaoubi, incensurato e con regolare permesso di soggiorno a Milano dove risiede, possa essere stato “scelto” da una organizzazione per fare proprio questo tipo di viaggi. Due le ipotesi al vaglio degli inquirenti: il traffico di droga o il finanziamento all’Isis