Genova. “Oggi non sappiamo ancora se vendere le farmacie comunali sia un vantaggio o uno svantaggio, se ci saranno delle buone occasioni valuteremo”. Così Marco Bucci sintetizza la motivazione alla base della bocciatura dell’Ordine del Giorno fuori sacco messo ai voti questo pomeriggio in Consiglio comunale, documento che impegnava la giunta a “non vendere” le otto farmacie comunali genovesi.
“L’amministrazione comunale ha tante priorità – ha spiegato Bucci – e le farmacie non sono tra quelle. Nacquero storicamente per garantire il servizio la dove il “business” non reggeva, ma oggi sono tutte in attivo”.
In altre non serve più sostenere un servizio che sta sulle sue gambe: ” Se ci saranno opportunità per l’amministrazione di vendere e fare introiti, le valuteremo caso per caso – ha concluso il primo cittadino – per questo non voglio impegnarmi a non vendere”.
“Il voto non è stato conseguente rispetto a quanto precedentemente dichiarato alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori in Conferenza dai capigruppo che all’unanimità si erano espressi contro la vendita – scrive la Filcams Cgil – mentre la minoranza ha votato a favore, la maggioranza si é espressa contro il mantenimento pubblico delle farmacie. Viene quindi lecito chiedersi quale sia il grado di serietà rappresentata da questo comportamento. Non si può dichiarare di voler tutelare funzione e occupazione legati alle farmacie comunali e poi cambiare idea per ubbidire ad ordini di scuderia”.
La Filcams Cgil dichiara che “continuerà ad essere impegnata nella difesa del ruolo pubblico delle farmacie comunali senza perdere di vista la tutela dell’occupazione e per scongiurare ogni forma di privatizzazione opponendosi con forza alla vendita e soprattutto ad ogni forma di spezzatino”.