Politica e istituzioni

Discorso di fine anno di Mattarella: “Gravi dimenticanze, presidente”. L’attacco di Bruno Pastorino.

"Discorso ingessato che non tiene conto della cruda realtà dei fatti"

mattarella

Genova. Un discorso “ingessato”, che non fa i conti con la realtà e anzi fomenta certi miti tutt’altro che veritieri. Questa in sintesi la critica al discorso tenuto ieri sera in diretta televisiva dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, critica che arriva da Bruno Pastorino, ex assessore comunale e attuale coordinatore provinciale di Sinistra Italiana.

“Un discorso debole sul versante delle questioni internazionali – sottolinea Pastorino – la lunga pace dell’Europa, richiamata anche questa volta, rischia di essere oramai un mito non vero, basti pensare alla tragedia dei Balcani e alla situazione attuale in Ucraina, ma non solo, oggi l’Italia, come molti altri paesi europei, sta partecipando a delle guerre vere e proprie”.

Una lettura che divide: “Anche Francesco oramai lo ricorda chiaramente, dicendo che siamo già in una nuova modalità di conflitto mondiale”. E le teorie della guerre a bassa intensità oramai sono consolidate.

Ma la “tirata di orecchie” non si ferma qua: durante il discorso, Mattarella ha più volte ricordato il prossimo appuntamento elettorale, richiamando alla responsabilità del voto tutti i cittadini italiani, e sottolineando l’importanza decisiva che avranno i partiti ad affrontare gli appuntamenti futuri: “Un discorso istituzionalmente ingessato – dice Bruno Pastorino – che non fa i conti fino in fondo con la crudezza della realtà e con la responsabilità delle leadership politiche attuali e passate nel venire meno dei pilastri della nostra democrazia, come la solidarietà e la giustizia sociale”.

Ma qualcosa di buone c’è stato nel discorso? “Bene i passaggi su lavoro e costituzione, anche se bisognerebbe ricordare che la nostra Carta sia stata salvata nei fatti dal referendum e non dalle istituzioni”

Ma quello che è saltato più all’orecchio dell’ex assessore sono alcune dimenticanze: “Neppure una parola su quanti vengono da noi per fuggire alla guerra e alla fame. Neppure una parola su quanti sono nati qua ma sono privi di cittadinanza. Gravi dimenticanze, signor presidente”.

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