Notte da incubo

Sampierdarena, crolla soffitto in centro per migranti: sette feriti sotto choc

I richiedenti asilo coinvolti avrebbero riportato ferite non gravi: nella notte prime dimissioni dagli ospedali, notizie più confortanti anche per un ospite originario del Gambia che era stato trasportato in codice rosso al Galliera

Genova. Crollo del controsoffitto in un centro di accoglienza per migranti al primo piano di un palazzo di via Sampierdarena, al civico 40, ieri sera.Il bilancio è di nove persone coinvolte (quelle residenti nell’abitazione), tutte straniere, con sette feriti, di cui uno trasportato in codice rosso all’ospedale Galliera, ma le cui condizioni sembrano meno gravi di quanto apparso in un primo momento.

Tre sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Galliera: due se la sono cavata con ferite lievi e sono usciti dal nosocomio accompagnati dai volontari della cooperativa che gestisce il centro, uno – originario del Gambia – giunto in codice rosso, dopo gli accertamenti potrebbe essere dimesso.

Notizie al momento positive anche per gli altri quattro richiedenti asilo rimasti coinvolti dal crollo: avrebbero riportato ferite non gravi e sono stati assistiti dal personale degli ospedali Villa Scassi ed Evangelico di Voltri. Dopo le prime cure mediche e le dimissioni dalle strutture sanitarie, gli ospiti del centro hanno passato la notte in alberghi cittadini a spese del Comune.  “Quando il soffitto ci e’ crollato addosso eravamo tranquilli in salotto, in ciabatte, stavamo per andare a dormire”, hanno raccontato i richiedenti asilo ai soccorritori.  I richiedenti asilo dimessi sono seguiti dagli operatori della cooperativa che gestisce il centro di accoglienza e dagli assistenti sociali del Comune coordinati dal consigliere comunale con delega alla Protezione civile Sergio Gambino.

Secondo una prima ricostruzione, il cedimento sarebbe avvenuto in locali al primo piano utilizzati per l’accoglienza di migranti. L’allarme è scattato intorno alle 21 e 30.

Due richiedenti asilo, in particolare, sono stati travolti dal crollo e liberati grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco, giunti in via Sampierdarena con due squadre. Sul posto anche il personale del 118 Genova Soccorso, la polizia municipale e la polizia di stato. L’appartamento è gestito dalla cooperativa Saba i cui responsabili sono giunti immediatamente sul posto.

A Sampierdarena è arrivata anche l’amministrazione comunale con il consigliere delegato alla Protezione civile Gambino che ha subito spiegato che saranno messi a disposizione locali del municipio o stanze in albergo per i ragazzi che saranno dimessi visto che probabilmente l’appartamento non sarà agibile.

Sul posto ieri sera è arrivato anche il sindaco Marco Bucci. “La nostra prima prima preoccupazione – ha detto il sindaco dopo il sopralluogo – è che il ragazzo si rimetta in fretta. Poi dovremo capire se l’appartamento sarà agibile e occorrerà fare una valutazione sulle strutture che accolgono queste persone perché devono essere dignitose e sicure”. Il sindaco precisa che “si tratta al momento di una valutazione personale e non certo di un’accusa perché non conosco la situazione specifica ma si tratta di un controllo che dovremo fare”. Dopo le verifiche statiche dei vigili del fuoco, l’alloggio è stato dichiarato inagibile.

“Siamo  una cooperativa seria che opera nel sociale da trent’anni – ha dichiarato Valeria Davi, educatrice e presidente della cooperativa Saba, che immediatamente si è recata a Sampierdarena e per tutta la notte ha assistito i migranti con responsabili ed operatori –  Non avevamo mai avuto nessun segnale premonitore che potesse crollare il controsoffitto, altrimenti avremmo provveduto subito a metterlo in sicurezza. Abbiamo preso in affitto quell’appartamento due anni fa, gia’ ristrutturato e pronto per essere abitato. E’ il piu’ grande dei sei che abbiamo trasformato in Cas, i centri di prima accoglienza, in diversi quartieri di Genova. Complessivamente ospitiamo 30 migranti. Abbiamo 230 soci e ci occupiamo di disabili, anziani e bambini con disagi. I ragazzi feriti hanno già storie e ricordi terribili, non meritavano di vivere anche questa brutta esperienza”.

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