Genova. “Di chi è la responsabilità? Si potrebbe concentrare l’attenzione sui soli esecutori materiali, ma sarebbe un errore. Noi denunciamo la complicità delle amministrazioni comunale e regionale che hanno sostenuto che il fascismo a Genova non fosse un problema, dando agibilità e spazi alle associazioni neofasciste. Ancora più grave la partecipazione del Comune alla commemorazione dei morti della repubblica di Salò”, così il Coordinamento Liguria Rainbow, insieme alla Rete di donne per la politica e alla Comunità di San Benedetto al porto, dopo i fatti di via Montevideo e le discussioni che si sono aperte, a livello istituzionale e di società civile. Ecco il loro comunicato.
“In consiglio comunale, si è consumata la farsa di una amministrazione che non vuole contrastare fino in fondo il fascismo, in tutte le sue forme, facendo mancare il numero legale alla proposta delle opposizioni che prevedeva di negare spazi e agibilità politica a tutte le organizzazioni apertamente fasciste, razziste e omofobe.
Perde credibilità anche il sindaco Bucci, sedicente liberale, quando afferma che non concederà patrocini alle attività delle associazioni LGBTI, quando consente l’inutile schedatura dei mendicanti, e quando tollera che assessori del suo comune si esprimano in termini di razzismo palese.
Quello che ci preoccupa non è solo la sede di associazioni espressamente neofasciste nel cuore della città, la cui politica di fondo è una politica di odio nei confronti dei migranti, delle persone LGBTI, delle donne libere; ma ci preoccupa che le istituzioni che dovrebbero garantire vivibilità e libertà a tutti/e cittadini/e lascino una ampia fascia della popolazione esposta alla violenza e all’arroganza delle squadracce.
Come cittadini e cittadine non abbiamo intenzione di pagare il prezzo di scellerati accordi elettorali con l’estrema destra e ci ribelliamo a una politica fintamente liberale e che invece contribuisce ad aumentare la percezione di odio e rancore sociale verso alcune categorie di persone, che puntualmente diventano bersaglio di operazioni di violenza organizzata.
Come Coordinamento da sempre ci muoviamo per contrastare l’odio, il rancore, la paura verso le persone percepite come “diverse” attraverso l’incontro reale, offrendo alla città spazi di condivisione, conoscenza e dialogo. Siamo convinti/e che sia necessario anche un antifascismo dei sentimenti contro l’indifferenza, la banalizzazione e la complicità”.