Genova. “Viene presentata come un campione di cinismo che non avrebbe provato compassione e viene accusata in sentenza per il fatto che non avrebbe chiesto scusa. Ma perché dovrebbe chiedere scusa? Si chiede scusa quando ci si deve far perdonare qualcosa. Marta Vincenzi che ha sempre professato la sua innocenza non doveva chiedere scusa a nessuno”. E’ cominciata ‘a rovescio’ con un’analisi della personalità dell’imputata l’arringa difensiva di Franco Coppi, il noto penalista che ha affiancato Stefano Savi nella difesa in appello dell’ex sindaco Marta Vincenzi, condannata in primo grado a 5 anni di reclusione nel processo per l’alluvione del 4 novembre 2011 in cui morirono quattro persone.
Coppi, in un’aula insolitamente piena di studenti e praticanti, accorsi ad ascoltare il principe del foro, ha poi rapidamente ricostruito le tre giornate del sindaco. “E’ stata accusata di aver detto il giorno 2 che non poteva ogni volta chiuedere le scuole. Non è stata inerte: ha adottato il criterio della ragionevolezza dicendo: ‘Stiamo a vedere cosa succede’”. Rispetto al 3 novembre Coppi ricorda che “l’acme delle precipitazioni nelle previsioni che vengono diramate è previsto a metà della mattinata e questo è piuttosto rassicurante per quel che riguarda l’ingresso dei ragazzi a scuola e delle persone al lavoro”.
Sul giorno 4 novembre, l’avvocato Coppi stupisce un po’ tutti nella sua arringa di soli trenta minuti chiarendo che : “Visto che la situazione meteo comincia a peggiorare dalle 10.15, l’esondazione del Feregginano cominica alle 12.15 con onda di piena alle 12.45 circa c’è tutto il tempo e la possobilita di prendere decisioni drastiche, per esempio chiamare i presidi per dire che i bambini non uscissero da scuola e chiudere le strade per non fare transitare le auto”. Ma perché questo avvenisse: “Ci voleva qualcuno che stesse lì a monitorare costantemente la situazione”. Coppi nomina il volontario Mangini accusandolo di “non essere rimasto al suo posto e di non aver avvertito il comitato”, ma anche su tutti gli altri, quelli che sono nel processo e quelli che non ci sono dice riferendosi ai presidi che hanno fatto uscire i ragazzi in anticipo: “questo sì che è un tragico errore, imprevedibile e colpevole”.
E anche del falso per il suo difensore Marta Vincenzi non ha colpe: “Arriva al Matitone alle 13 quando quelli che si sentono responsabili hanno già cominciato a costruire il falso”.
Stefano Savi, co difensore dell’ex sindaco Marta Vincenzi, che non era presente in aula, svolgerà la sua arringa il prossimo 29 gennaio, poi sarà la volta delle repliche del pm e il collegio deciderà la data della sentenza di appello.