Genova. Proseguono le indagini sul grave episodio denunciato dagli antifascisti avvenuto venerdì sera per mano di alcuni militanti di estrema destra, usciti dalla sede di CasaPound per aggredire con bottiglie bastoni e coltelli un gruppetto di militanti di sinistra che stava attaccando alcuni manifesti in piazza Tommaseo.
La Digos sta analizzando le immagini di tutte le telecamere della zona. I militanti di estrema destra che intorno alle 23 di venerdì 12 gennaio si trovavano dentro la sede di Casapound in via Montevideo sono già stati praticamente tutti individuati. Ora però occorrerà riconoscere chi ha partecipato materialmente all’aggressione e identificare l’autore di quella che sembrerebbe – almeno dalla foto pubblicata sui social dalla pagina Genova Antifascista – una coltellata. La vittima al momento non ha presentato denuncia. Molto probabile tuttavia che nei prossimi giorni sia i militanti di CasaPound sia gli antifascisti che verranno identificati dalle immagini siano tutti convocati in Questura per fornire la loro versione dei fatti.
Già domani la Digos invierà alla Procura di Genova una prima notizia di reato che consentirà di aprire un fascicolo, al momento contro ignoti, per lesioni aggravate.
La preoccupazione per quanto accaduto è tanta e non solo tra gli investigatori. Basti pensare che a parte una zuffa di poco conto un paio d’anni fa davanti al liceo Cassini in via San Vincenzo, i militanti di estrema destra e di estrema sinistra in questi anni non sono praticamente mai venuti alle mani. E i coltelli a Genova, a differenza di quanto è accaduto in altre città, non se ne erano mai visti in anni recenti. Quest’estate in effetti si era verificato un episodio inquietante con la militante del Pcl Cinzia Ronzitti era stata aggredita e spintonata a terra da due uomini, poi identificati come esponenti del mondo dell’estrema destra e denunciati. Uno dei due fra l’altro è il responsabile di CasaPound Pavia.
Quel che è evidente è che il clima cittadino è cambiato repentinamente con l’apertura delle tre sedi di estrema destra nel giro di un anno, la legittimazione di fatto da parte delle attuali giunte di centro destra in Regione e a Tursi e un dibattito a livello nazionale spesso fondato sull’odio e sull’intolleranza. Elementi che potrebbero fomentare un atteggiamento aggressivo da parte di movimenti che fino a ieri erano in città assolutamente minoritari e forse anche per questo non avevano mai dato problemi.
Casapound Genova in particolare fino a ieri poteva informalmente vantare non solo un comportamento ‘non violento’ ma una crescente legittimazione da parte di una parte dei genovesi: basti pensare che in due mesi dall’apertura della sede genovese ha raggiunto i 370 iscritti e conta di raccogliere senza problema le firme per presentare una sua lista in Parlamento
Per questo secondo quanto appreso ci sarebbe in queste ore un acceso dibattito all’interno di Casapound Genova,i cui responsabili sono stati sentiti per ora solo informalmente dagli investigatori, perché l’episodio – se confermato certo – non è solo grave dal punto di vista del reato ipotizzato ma rappresenta anche un danno ‘politico’ in vista delle elezioni.
Il mondo antifascista da parte sua è pronto alla mobilitazione. Mercoledì 17 gennaio al teatro degli Zingari si terrà un’assemblea per fare il punto della situazione anche in vista del corteo antifascista del 3 febbraio. Corteo che a questo punto dovrebbe essere il più inclusivo possibile e vedere la partecipazione anche di Anpi e Cgil pur senza bandiere. Prima del corteo, il 31 gennaio in piazza De Ferrari si terrà un’assemblea pubblica.